Acciaio italiano: terzo anno consecutivo di frenata, urgono aggregazioni e strategie di rilancio

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Il settore dell’acciaio in Italia attraversa una fase difficile, con segnali di crisi che richiedono interventi strutturali e una maggiore collaborazione tra imprese per mantenere competitività in un contesto internazionale complesso

di Redazione

BRESCIA (EN24) – Il settore dell’acciaio in Italia prosegue il suo terzo anno di rallentamento, confermando le difficoltà di una congiuntura economica avversa che impatta l’intera filiera. Dopo la battuta d’arresto del 2023, il 2024 ha registrato una nuova contrazione, con un calo del 9,1% nel fatturato e una diminuzione del 30% degli utili, secondo l’analisi “Bilanci d’Acciaio” dell’Ufficio studi di Siderweb, presentata ieri a Brescia.

Nonostante questi segnali di sofferenza, il comparto mostra una notevole capacità di resistere e di assorbire gli effetti di questa fase critica, grazie a indici patrimoniali ancora solidi e a una buona capacità di autofinanziamento di molte imprese. Tuttavia, gli esperti sottolineano che è arrivato il momento di ripensare le strategie di crescita, puntando su aggregazioni e investimenti in innovazione, per non compromettere la competitività internazionale.

Nel 2024, il settore ha generato un fatturato di circa 70,5 miliardi di euro, in calo di 7 miliardi rispetto all’anno precedente. L’Ebitda si è attestato a 4,9 miliardi, in diminuzione del 29% rispetto ai 6,9 miliardi del 2023, mentre l’utile netto è sceso da 3 a 2,1 miliardi. La pressione sui costi di energia, materie prime e semilavorati ha influito sul valore aggiunto, sceso del 15,2%, attestandosi a circa 10,36 miliardi di euro.

Claudio Teodori, docente dell’Università di Brescia e curatore della ricerca, ha evidenziato che “considerando l’ultimo triennio, la riduzione media del fatturato si attesta intorno al 12,1%”. Inoltre, l’incidenza dell’Ebitda sulle vendite si è ridotta di quattro punti percentuali, riflettendo la minore capacità di assorbimento dei costi di lavoro a causa della diminuzione dell’attività produttiva.

Nonostante le difficoltà, gli indicatori di solidità del settore sono rimasti relativamente stabili: il rapporto di indebitamento si mantiene intorno all’unità, segno di una struttura finanziaria equilibrata. Tuttavia, le previsioni per il 2025 sono tutt’altro che positive: un sondaggio tra le aziende del settore evidenzia che molte prevedono ulteriori riduzioni di fatturato e marginalità, con solo una su cinque che si aspetta di aumentare l’utile netto. Il rischio di chiusure e bilanci in perdita è concreto se le condizioni attuali dovessero persistere.

Secondo Gianfranco Tosini di Siderweb, “il 2026 si presenta come un anno di molte incognite, tra l’effetto dei dazi Usa sui settori utilizzatori e le distorsioni della domanda estera”. La strada per il settore, quindi, appare ancora in salita, e il miglioramento delle performance richiederà strategie di aggregazione, innovazione e investimenti mirati.

Per gli esperti, il comparto dell’acciaio italiano necessita di una svolta strategica, puntando su aggregazioni tra imprese, investimenti in tecnologie e formazione di giovani competenti. Solo così sarà possibile affrontare le sfide di un mercato globale sempre più competitivo e dinamico, evitando che le difficoltà attuali si tramutino in una crisi strutturale irreversibile.

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