Affitti brevi, Giorgetti apre alla revisione: “Non è questione di vita o di morte”

Il ministro dell’Economia invita a un confronto, ma punta il dito contro Airbnb: “Ha distrutto il mercato degli affitti”

di Redazione

ROMA (EN24) – Il dibattito sugli affitti brevi si riaccende con toni più aperti e una possibile proposta di modifica delle norme in Parlamento. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha infatti dichiarato che l’aumento delle tasse sugli affitti temporanei “non è una questione di vita o di morte”, lasciando spazio a interventi correttivi che potrebbero essere discussi nelle prossime settimane. La posizione del ministro apre la strada a un confronto, anche se ancora tutto da concordare, tra le forze politiche e le parti interessate.

Nel suo intervento, Giorgetti ha sottolineato che “se in Parlamento arrivano proposte basate su compensazioni adeguate, non ci sono obiezioni a cambiare le norme”. Tuttavia, ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità di “rimanere coerenti con le nuove regole”, ricordando come il tema sia strettamente legato alle recenti riforme del Patto Ue.

Il cuore della questione riguarda l’aliquota fiscale prevista, che potrebbe salire al 26% dal 21% attuale sugli affitti turistici veicolati tramite piattaforme digitali come Airbnb. La stima di entrate annuali si aggira intorno ai 102,4 milioni di euro, con un impatto negativo previsto nel 2026 di circa 47,8 milioni di euro, a causa di una possibile diminuzione delle prenotazioni e dell’uscita di clienti dalle piattaforme.

Giorgetti ha però evidenziato come “il problema principale sia Airbnb”, accusando la piattaforma di aver “distrutto il mercato degli affitti di altro tipo”, sostenendo che la tassa piatta era nata proprio per favorire le locazioni tradizionali. La posizione del viceministro Maurizio Leo si inserisce in questa linea, chiedendosi “in cosa si differenzia l’affitto breve da un investimento finanziario che oggi sconta il 26%”.

La discussione, però, si è infiammata anche tra le fila della politica, con il vicepremier leghista Matteo Salvini che ha definito la misura “una tassa sciocca” e “entrata in manovra per distrazione”. Risposte ferme sono arrivate da Giorgetti, che ha precisato: “Quando curo i soldi di tutti non sono mai distratto”.

Tra le possibili soluzioni, si fa largo l’idea di favorire un ritorno all’aliquota al 21% in cambio di maggiori controlli, come proposto dal presidente della commissione Finanze al Senato Massimo Garavaglia. La proposta prevede di limitare gli affitti turistici a un solo immobile per ogni codice fiscale, un provvedimento volto anche a contrastare il mercato nero.

Mentre il fronte degli affitti brevi resta caldo, le attenzioni si spostano anche su altri dossier, come quello bancario. Tra le priorità, c’è il Piano Casa, con Matteo Salvini che ha annunciato l’intenzione di coinvolgere le banche per finanziare le nuove iniziative, anche se il governo sembra più orientato a mantenere l’accordo generale già raggiunto, come confermato dal ministro Tajani e da altri esponenti di maggioranza.

Inoltre, si studiano interventi anche sugli enti locali, tra cui la revisione dei fondi per gli asili nido e l’uscita di Roma dal Fondo di solidarietà, per liberare risorse utili a finanziare progetti strategici.

Il quadro politico rimane quindi molto movimentato, tra trattative, emendamenti e tentativi di trovare un equilibrio tra esigenze fiscali, tutela del mercato e interessi locali. Solo nelle prossime settimane si potrà capire se si riuscirà a trovare una sintesi condivisa su questi temi caldi.

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