È accaduto all’asilo nido di Soci, nell’Aretino, si chiamava Leonardo Ricci. Inutili i tentativi di rianimarlo per oltre un’ora. Il giardino dell’asilo è stato posto sotto sequestro dalla procura
È morto giocando, è morto strozzato dal nastro della felpina che si è impigliato ad un ramo d’albero, nel prato dell’asilo nido, e non gli ha lasciato scampo.
Aveva solo due anni Leonardo Ricci, il bimbo vittima della tragedia avvenuta stamani, 12 novembre, in una struttura per l’infanzia di Soci, la più importante delle frazioni di Bibbiena, il capoluogo del Casentino.
La disperazione dei genitori, molto giovani, fra i venti e trent’anni, dei nonni, degli altri parenti, delle famiglie di tutti i piccoli accorsi subito nell’asilo Ambarabà Ciccì Coccò è purtroppo facile da immaginare. Basterà dire della prozia (sorella di uno dei nonni) fuori dal supermercato del paese: «Non si può morire così, ad appena due anni», poche parole in un mare di lacrime.
Il terribile incidente è avvenuto tra le 11 e mezzogiorno. La giornata era bella, di un sole splendente, i piccoli alunni sono stati portati fuori dall’asilo, per giocare nel prato. E, forse mentre correva, la felpa che il bimbo indossava è rimasta impigliata nel ramo, stringendolo alla gola e lasciandolo senza fiato.
Pochi secondi ma sono stati sufficienti a provocare l’irreparabile. Le maestre subito accorse hanno dato l’allarme al 118, che ha inviato sul posto un’ambulanza. I soccorritori hanno tentato disperatamente di rianimare il piccolo per oltre un’ora.
Intanto, la centrale dell’emergenza medica aveva dirottato a Soci anche uno degli elicotteri Pegaso del soccorso regionale. Non c’è stato nemmeno il tempo di farlo atterrare, perchè ormai i medici avevano dichiarato la morte del bimbo.
All’asilo sono accorsi in forze anche i carabinieri della compagnia di Bibbiena, che hanno immediatamente isolato la scena della tragedia, invitando tutti ad uscire, maestre e resto del personale compresi. Dentro non è potuto entrare neppure il sindaco Filippo Vagnoli, giunto nel frattempo.
Gli accertamenti per stabilire l’esatta dinamica dell’incidente sono ancora in corso, tutte le ricostruzioni sono per adesso ufficiose.
I genitori del bimbo vivono e lavorano in paese, così come i nonni. Gente di radici casentinesi, molto conosciuti nella zona. Sono stati sorpresi dalla telefonata della scuola mentre svolgevano le loro consuete attività, il resto è il racconto della loro disperazione, quella di chi ha accompagnato la mattina il figlio al nido e poi non l’ha visto tornare.
L’asilo, secondo fonti del Comune di Bibbiena, domani non riaprirà. Il giardino è stato posto sotto sequestro dalla procura di Arezzo che coordina le indagini dei carabinieri, la pm di turno Julia Maggiore ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Nell’ipotesi più ottimistica il nido resterà chiuso almeno fino alla settimana prossima. Si tratta di una struttura nata dalla collaborazione fra Comune di Bibbiena e una cooperativa sociale aretina tra le più importanti, la Koinè. È stato inaugurato una ventina di anni fa.

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