La Suprema Corte chiarisce che rivolgere a un sindaco l’espressione «Cetto La Qualunque» in ambito politico costituisce esercizio legittimo del diritto di critica e satira.
ROMA (EN24) – In una recente pronuncia, la Cassazione ha stabilito che rivolgere a un sindaco l’espressione «Cetto La Qualunque» non costituisce un reato, confermando la legittimità dell’esercizio del diritto di critica attraverso la satira politica. La decisione si è resa necessaria dopo che si era sollevato il dubbio sulla liceità di usare tale appellativo in un contesto di critica al ruolo istituzionale.
Secondo i giudici supremi, l’uso di «Cetto La Qualunque» – personaggio cinematografico noto per le sue caratteristiche di politico corrotto e qualunquista – in riferimento a un amministratore pubblico, rappresenta una forma di caricatura e satira politica. La Corte ha precisato che non si tratta di diffamazione, purché l’espressione venga impiegata per criticare specifiche condotte tecnico-amministrative ritenute eccessive o discriminatorie.

La sentenza evidenzia come l’esercizio del diritto di critica, anche se può assumere forme ironiche o caricaturali, sia tutelato dalla Costituzione come esercizio della libertà di espressione e di opinione. La satira e la caricatura, quindi, rappresentano strumenti legittimi per evidenziare e contestare atteggiamenti delle istituzioni, senza che ciò costituisca un atto diffamatorio.
La decisione della Cassazione conferma la rilevanza della libertà di critica politica e ribadisce che, anche in ambito pubblico, le espressioni colorite e satiriche trovano una loro tutela giuridica, a patto che siano rivolte a specifiche condotte e non abbiano finalità diffamatorie o calunniose.

Il sindaco Cetto Laqualunque inerpretato dall’attore e comico Antonio Albanese
In conclusione, rivolgere a un sindaco l’espressione «Cetto La Qualunque» – purché nel contesto di una critica politica – non rappresenta un illecito, ma un legittimo esercizio del diritto di satira e di opinione, fondamentale in una società democratica.

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