Il ministro della Difesa italiano punta a un profondo riassetto del sistema di sicurezza nazionale, tra innovazione tecnologica, cooperazione internazionale e rafforzamento delle capacità industriali
di Redazione
ROMA (EN24) Nel corso della prima edizione del Defence Summit, organizzato da Il Sole 24 Ore in collaborazione con l’Istituto Affari Internazionali e il Centro Alti Studi per la Difesa, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha delineato un ambizioso piano di riorganizzazione della difesa italiana, con un obiettivo chiaro: presentare al Parlamento entro febbraio un modello completo e innovativo in grado di rispondere alle sfide di un contesto geopolitico in continua evoluzione.
Crosetto ha sottolineato che il mutato scenario internazionale ha ampliato e modificato lo spettro delle minacce, rendendo imprescindibile un riassetto strutturale e strategico. “Voglio portare in Parlamento a gennaio-febbraio il tema della riorganizzazione totale della difesa: significa costruire una difesa dal punto di vista degli uomini, degli strumenti normativi e giuridici a 360 gradi per affrontare le sfide del futuro”, ha affermato il titolare della Difesa, che ha anche illustrato alle Camere il documento programmatico pluriennale per il triennio 2025-2027.
Il direttore dell’Il Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, ha evidenziato come il contesto contemporaneo richieda strumenti diversi rispetto a quelli convenzionali, soprattutto in relazione alle minacce ibride, ormai elemento strutturale della sicurezza globale. Michele Valensise, presidente dell’Istituto Affari Internazionali, ha rimarcato che la complessità dello scenario rende imprescindibile l’interconnessione tra domini operativi e la costruzione di alleanze strategiche, come quella tra Italia e Germania, evidenziata dall’ambasciatore tedesco Thomas Bagger.
Le risposte, secondo Crosetto, devono essere proattive e integrate, passando anche per il rafforzamento della cooperazione europea, come ricordato dal sottosegretario di Stato Isabella Rauti e dal collega Matteo Perego di Cremnago. La sfida, insomma, si gioca su più fronti: dall’innovazione tecnologica alla collaborazione tra pubblico e privato.
Le aziende del settore, a partire da leader come Leonardo, sono chiamate a raddoppiare le capacità produttive, come evidenziato dall’amministratore delegato Roberto Cingolani, mentre le Forze armate devono adeguarsi a un contesto in rapido mutamento. Luciano Portolano, capo di Stato Maggiore della Difesa, ha ribadito che le minacce ibride sono ormai parte integrante della realtà della sicurezza nazionale. Carmine Masiello, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ha lanciato un messaggio chiaro: “Non possiamo relegare il problema della difesa solo ai militari”, sottolineando la necessità di interventi strutturali e rinnovo delle risorse umane.
Particolare attenzione viene dedicata al dominio subacqueo, considerato ormai un teatro cruciale nella competizione geopolitica, come sottolineato dal presidente del Comitato militare della NATO, Giuseppe Cavo Dragone. La Marina Militare, rappresentata dal suo capo Giuseppe Berutti Bergotto, evidenzia come questo settore sia diventato un snodo critico per ogni nazione. Le aziende, tra cui Fincantieri, stanno investendo massicciamente in questa direzione, con progetti innovativi e il supporto di un polo nazionale dedicato.
In un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale e dalla cybersicurezza, le risorse informative assumono un ruolo strategico. Marco Tolla, capo del VII Reparto Innovazione e Tecnologia della Guardia di Finanza, ha sottolineato come strumenti come l’IA siano fondamentali anche nel contrasto al terrorismo, un settore in cui l’Italia si trova ad affrontare minacce di matrice internazionale e confessionale.
L’industria della difesa si presenta come un pilastro imprescindibile del nuovo modello. Giuseppe Cossiga, presidente della Federazione delle aziende per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), ha evidenziato la necessità di raddoppiare le capacità produttive, mentre gli interventi di aziende come Mbda, Avio Aero e Rheinmetall sottolineano l’importanza di partnership industriali e sviluppo di tecnologie all’avanguardia, comprese le piattaforme condivise e i sistemi integrati.
In conclusione, l’orizzonte delineato da Crosetto e dai vari attori coinvolti punta a un’Italia più resiliente, capace di affrontare le nuove minacce con un approccio integrato, tecnologicamente avanzato e fortemente collaborativo. La strada tracciata mira a rafforzare non solo le capacità militari, ma anche il ruolo internazionale del Paese, attraverso progetti di valorizzazione della cultura della difesa e di promozione del prestigio nazionale nel mondo.
Un impegno, dunque, che richiede sinergia tra pubblico e privato, innovazione e tradizione, strategia e competenza.

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