Il deputato di Fratelli d’Italia plaude alla svolta per la decarbonizzazione, mentre i sindacati mostrano delusione per l’intesa.
di Redazione
ROMA (EN24) – Si è conclusa al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) la firma dell’accordo per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. Un’intesa storica che il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Maiorano, ha accolto con grande soddisfazione, riconoscendo il merito del lavoro del governo e in particolare del Ministro Urso. La sua riflessione si concentra sulla risoluzione di un’annosa questione che sembrava non trovare soluzione.
Maiorano: “Finalmente un processo condiviso”
La dichiarazione di Giovanni Maiorano evidenzia come l’intesa abbia superato un vecchio dilemma che ha per decenni ostacolato il futuro industriale e ambientale di Taranto: «La decarbonizzazione dell’Ilva e del territorio di Taranto finalmente è realtà. La pazienza del ministro Urso e dell’intero governo alla fine hanno prevalso e a vincere questa battaglia sono tutte le parti in causa. Si continuerà a produrre, dunque i lavoratori manterranno il proprio lavoro, compresi gli addetti dell’indotto, e contemporaneamente viene salvaguardato l’ambiente. Un risultato che non era affatto scontato. Per anni ci hanno detto che o si chiudeva o si inquinava. Oggi, finalmente, sappiamo che ci sarà un processo condiviso che mette insieme salute, ambiente e lavoro».
I punti sospesi e le critiche dei sindacati
L’accordo, pur segnando un punto di svolta, lascia aperti alcuni nodi cruciali. La bozza non definisce tempistiche precise per il passaggio ai forni elettrici e non indica la localizzazione esatta del polo DRI (Direct Reduced Iron), elementi che verranno discussi dopo il 15 settembre, a seguito della presentazione delle offerte vincolanti per la nuova gara.
Se da un lato il ministro Adolfo Urso e il governatore pugliese Michele Emiliano esprimono un forte ottimismo per la svolta, dall’altro le reazioni dei sindacati sono di tutt’altro tenore. I segretari di Uilm, Fiom e Fim hanno infatti espresso forte delusione, definendo il documento “privo di tutele e certezze” per i lavoratori e per le comunità interessate. In particolare, Rocco Palombella (Uilm), Michele De Palma (Fiom) e Ferdinando Uliano (Fim) chiedono maggiori garanzie su aspetti fondamentali come la partecipazione pubblica nell’azienda e la certezza della realizzazione del polo DRI a Taranto. La strada verso un futuro sostenibile per l’ex Ilva si prospetta ancora lunga e complessa, con l’accordo che rappresenta un primo passo, ma le sfide e le divergenze restano evidenti.
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