L’incontro tra il Ministro e Lagarde mette fine alla disputa sulle proprietà di Bankitalia, mentre la Tobin Tax viene rinnovata e le tensioni politiche si intensificano
di Redazione
Nel contesto della complessa vicenda delle riserve auree della Banca d’Italia, ieri si è registrato un punto di svolta decisivo. A margine dei lavori dell’Eurogruppo, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha avuto un incontro chiarificatore con la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde. Questa interlocuzione ha permesso di mettere fine allo stallo che aveva alimentato tensioni tra le istituzioni europee e italiane, soprattutto riguardo alla proprietà delle riserve auree detenute da Bankitalia.
Dalla presidenza del Mef trapela che la lettera inviata da Giorgetti chiude definitivamente la vicenda, anche se i dettagli precisi del chiarimento non sono stati resi pubblici. La polemica, tuttavia, si è spostata sul piano politico e ideologico, con il Commissario europeo Dombrovskis che ha sottolineato: «La proprietà delle riserve auree non porta alla riduzione del debito». Un concetto contestato da Fratelli d’Italia, che ha pubblicato un dossier in cui si smascherano le fake news e si evidenzia come l’idea di appropriarsi delle riserve per ridurre il debito sia un falso mito alimentato da alcuni ambienti.
Il dossier ricorda inoltre che questa linea non è nuova: nel 2007, durante il governo Prodi, si era già discusso di un principio simile, e l’emendamento in questione mira a garantire che le riserve siano di proprietà dello Stato, proteggendole da possibili rivendicazioni di soggetti privati. Un elemento di fondamentale importanza, considerando che le riserve auree sono detenute in quote di proprietà suddivise tra vari istituzioni e banche italiane, con Unicredit, Inarcassa, Enpam e Intesa Sanpaolo tra i principali azionisti.
Le riserve sono quindi di proprietà di tutti gli italiani, e questa evidenza mette in discussione le accuse di estromettere la Banca d’Italia dall’autonomia. Anzi, i proponenti chiariscono che l’obiettivo è tutelare le riserve da speculazioni e rivendicazioni esterne, rafforzando la funzione dello Stato come proprietario legittimo. La normativa europea, già riconosciuta da alcuni Stati membri, consente questa interpretazione, rendendo l’emendamento un atto di buon senso.
Il capitolo si conclude con l’annuncio che la riformulazione della proposta sarà presentata già oggi, come annunciato dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Lucio Malan. La volontà è di fornire maggiore chiarezza e di rassicurare le istituzioni europee, in un momento in cui l’intera manovra economica è sotto scrutinio.
Mentre si risolvono queste questioni di dettaglio, l’attenzione si sposta sulle coperture finanziarie e sui malumori che circolano tra le forze dell’ordine e i sindacati dei medici, preoccupati per i fondi bloccati e le possibili rinvii di aumenti salariali. La discussione sulla Tobin Tax, invece, si è concretizzata con un raddoppio dell’aliquota dallo 0,2% allo 0,4%, un intervento che si inserisce nel quadro di una riforma fiscale più ampia e complessa.
In sintesi, l’Italia si trova di fronte a un momento di svolta, tra chiarimenti istituzionali, tensioni politiche e riforme economiche. La fine dello stallo sulle riserve auree rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore stabilità e trasparenza, mentre le decisioni sul fronte fiscale e sociale continueranno a definire il percorso di crescita del Paese nei prossimi mesi.

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