Carmela, 59 anni, è stata sottoposta a un intervento con la tecnica «Fet» per un aneurisma all’arco dell’aorta discendente: «Ora sto bene, ho trovato professionisti molto preparati»
Un delicato e innovativo intervento chirurgico è stato effettuato all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo con la sofisticata tecnica FET – Frozen Elephant Trunk, una metodica ibrida che unisce chirurgia a cuore aperto e procedura endovascolare. L’intervento, della durata di otto ore, è stato eseguito su una donna di 59 anni di San Severo (Foggia) che presentava un voluminoso aneurisma, una dilatazione dell’arteria principale del torace che comporta un rischio elevato di rottura e di morte.
«Accusavo da qualche giorno forti dolori alle spalle, molta tosse e affanno» ha spiegato Carmela, questo il nome della paziente che lavora come addetta di cucina in un ristorante. «Avevo necessità – ha proseguito la donna – di lavorare e il medico mi diede una terapia di antibiotici per risolvere il problema. Il dolore però non passava e, dopo radiografia e Tac, mi hanno detto che dovevo recarmi con urgenza presso un ospedale. Pensavo di andare in una clinica al Centro-Nord, ma un’amica della mia titolare, medico di professione, mi ha tranquillizzata e mi ha suggerito di rivolgermi a Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo».
All’arrivo in Pronto Soccorso la diagnosi è stata possibile grazie alla valutazione combinata dell’Unità di Cardiochirurgia, Chirurgia Vascolare e UTIC Cardiologia, che ha eseguito una coronarografia per escludere una coronaropatia misconosciuta. La donna presentava un voluminoso aneurisma che interessava l’arco dell’aorta discendente e, dopo una valutazione attenta, si è deciso di eseguire un intervento chirurgico di tipo ibrido, eseguito dai cardiochirurghi e dai chirurghi vascolari, con il supporto dei cardioanestesisti diretti, rispettivamente, da Mauro Cassese, Vincenzo Palazzo e Francesco Greco.
La tecnica scelta per l’intervento, la FET, è una particolare tecnica chirurgica che consiste nell’impianto di una protesi ibrida con la quale si sostituisce arco e aorta discendente in un atto operatorio unico o in due tempi, composto da chirurgia a cuore aperto e trattamento endovascolare.
La paziente è stata dimessa più di un mese fa, sta bene, ha rimosso tutti i punti di sutura e tornerà a breve a tutte le sue occupazioni quotidiane. Effettuerà una nuova visita di controllo a settembre dopo aver eseguito una angio-TAC torace-addome. «Voglio ringraziare davvero con tutto il cuore i medici, gli infermieri e gli OSS che mi hanno assistita a San Giovanni Rotondo — ha concluso Carmela —. Nonostante la paura degli ospedali che avevo dopo il periodo del Covid, sono rimasta profondamente colpita dall’accoglienza, dalle cure e dalla gentilezza ricevute. Ho trovato professionisti preparati, sempre disponibili e attenti a spiegarmi ogni dettaglio. Grazie di tutto».
fonte: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
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