Il Papa al Quirinale: pace è costruire una convivenza dignitosa e prospera

Al centro del discorso di Leone XIV, nella sua visita al presidente della Repubblica Italiana Mattarella, la pace e il multilateralismo, il sostegno alle famiglie, in un’ Europa dove la natalità è in “notevole calo”, la cura del creato, l’accoglienza dei migranti e il ringraziamento per l’aiuto nell’organizzazione del Giubileo. Il Pontefice apprezza l’impegno del Governo italiano nelle situazioni di disagio legate a guerra e miseria, in particolare per i bambini di Gaza

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Leone XIV al Quirinale invita a guardare i volti dei tanti “travolti dalla ferocia irrazionale di chi senza pietà pianifica morte e distruzione” nelle numerose guerre “che devastano il nostro pianeta” e ascoltare il loro grido. E rinnova “l’appello accorato” di san Paolo VI nel Messaggio per la prima Giornata della Pace, nel 1968:

Perché si continui a lavorare per ristabilire la pace in ogni parte del mondo e perché sempre più si coltivino e si promuovano i principi di giustizia, di equità e di cooperazione tra i popoli che ne sono irrinunciabilmente alla base.

Il Papa ricorda i pronunciamenti dei predecessori, da Benedetto XV a Pio XII, e le parole di san Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in Terris: “ogni essere umano è persona, cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili”.

LEGGI QUI IL DISCORSO DI PAPA LEONE XIV AL QUIRINALE

Grazie all’impegno dell’Italia per i bambini di Gaza

Nel Salone delle Feste, dopo aver ascoltato il discorso del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, il Papa esprime il suo grazie “per l’impegno del Governo italiano in favore di tante situazioni di disagio legate alla guerra e alla miseria, “in particolare nei confronti dei bambini di Gaza, anche in collaborazione con l’Ospedale Bambino Gesù”. Si tratta, spiega, “di contributi forti ed efficaci per la costruzione di una convivenza dignitosa, pacifica e prospera per tutti i membri della famiglia umana”.

Il Papa pronuncia il suo discorso nel Salone delle Feste al Quirinale

Il Papa pronuncia il suo discorso nel Salone delle Feste al Quirinale (@Vatican Media)

Il valore del multilateralismo per risolvere i conflitti

Per costruire la pace, prosegue il Pontefice, il multilateralismo, per il quale lo Stato italiano e la Santa Sede hanno sempre profuso un “comune impegno”, è “un valore importantissimo”, perché le sfide complesse del nostro tempo, rendono “quanto mai necessario che si ricerchino e si adottino soluzioni condivise”. E cita quanto scritto da Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti e nel suo ultimo discorso al Corpo Diplomatico.

E’ indispensabile implementarne dinamiche e processi, richiamandone gli obiettivi originari, volti principalmente a risolvere i conflitti e a favorire lo sviluppo, promuovendo linguaggi trasparenti ed evitando ambiguità che possono provocare divisioni.

Garantire il sostegno a tutte le famiglie

Accanto alla pace, la famiglia è al centro delle preoccupazioni del Pontefice, sottolinea il “notevole calo della natalità” in Europa e la necessità di un impegno “nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti”. Nella tradizione italiana, ricorda, il bene della “comunità domestica” suscita sentimenti di “amore, rispetto e dedizione”.

In particolare, vorrei sottolineare l’importanza di garantire a tutte le famiglie il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità.

Facciamo tutto il possibile, è l’invito di Papa Leone XIV, “per dare fiducia alle famiglie, soprattutto alle giovani famiglie, perché possano guardare serenamente al futuro e crescere in armonia”.

Il saluto alle delegazioni

Il saluto alle delegazioni (@Vatican Media)

Tutela della vita e solidarietà ai migranti

Nello stesso quadro, il Pontefice parla della tutela della vita, “in tutte le sue fasi, dal concepimento all’età avanzata, fino al momento della morte”. Una sensibilità che auspica continui a crescere, “anche per ciò che riguarda l’accessibilità delle cure mediche e dei medicinali, secondo le necessità di ciascuno”. E si dice grato per l’assistenza che l’Italia offre “con grande generosità ai migranti, che sempre più bussano alle sue porte, come pure il suo impegno nella lotta contro il traffico di esseri umani”. Sfide di fronte alle quali il Paese non si è mai tirato indietro, e il Papa incoraggia per questo “a mantenere sempre vivo l’atteggiamento di apertura e solidarietà”.

Al tempo stesso vorrei richiamare l’importanza di una costruttiva integrazione di chi arriva nei valori e nelle tradizioni della società italiana, perché il dono reciproco che si realizza in questo incontro di popoli sia veramente per l’arricchimento e il bene di tutti.

Per questo il Papa sottolinea “quanto sia prezioso, per ciascuno, amare e comunicare la propria storia e cultura”, perché “più si riconosce e si ama serenamente ciò che si è, più è facile incontrare e integrare l’altro senza paura e a cuore aperto”.

San Francesco e la cura della “casa comune”

Ricordando poi che si avvicina l’ottavo centenario della morte di san Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, il 3 ottobre 1226, Papa Leone pone l’accento sull’ “urgente questione” della cura della “casa comune”. Il Poverello, che Papa Francesco ha posto a modello nella sua Enciclica Laudato si’, ha lanciato il suo messaggio dal “cuore geografico” dell’Italia, e ci ha insegnato “a lodare il Creatore nel rispetto di tutte le creature”.

Per questo, ritengo che l’Italia abbia ricevuto in modo speciale la missione di trasmettere ai popoli la cultura che riconosce la terra “come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia”

Il forte legame tra la Santa Sede e l’Italia

Il Papa inizia il suo discorso sottolineando il “forte legame” che unisce la Sede di Pietro al Popolo italiano, i “cordiali rapporti bilaterali” tra l’Italia e la Santa Sede, sempre improntati a “sincera amicizia e fattiva mutua collaborazione”. Un felice connubio “che ha le sue radici nella storia di questa Penisola e nella lunga tradizione religiosa e culturale di questo Paese” disseminato da chiese e campanili, “scrigni d’arte e di devozione” e testimonianza della “creatività innata” degli italiani e della loro “fede genuina e solida”.

Il saluto del Papa e del presidente Mattarella dal balcone del Palazzo del Quirinale

Il saluto del Papa e del presidente Mattarella dal balcone del Palazzo del Quirinale (@Vatican Media)

Grazie per l’impegno dopo la morte di Francesco e il Giubileo

Subito dopo Leone XIV esprime il “grazie” della Santa Sede per l’impegno delle autorità italiane “in occasione di vari e impegnativi eventi ecclesiali con baricentro a Roma e risonanza universale” in particolare dopo la morte di Francesco. Proprio Papa Bergoglio nella visita al Quirinale e a Mattarella del 10 giugno 2017, aveva detto: “Le mie radici sono in questo Paese”. Il suo amore per la terra e il Popolo italiani, aggiunge Papa Leone, “ha trovato in quei giorni una risposta toccante e calorosa”.

Ancora voglio dire un sentito “grazie” a Lei, Signor Presidente, e al Paese intero per la bella testimonianza di accoglienza, nonché di efficiente organizzazione, che l’Italia da mesi sta offrendo, durante lo svolgersi dell’Anno Giubilare.

La Chiesa e lo Stato Italiano insieme per il bene comune

Un Giubileo che Francesco ha voluto dedicare alla speranza e Papa Leone XIV ritiene che “la bella sinergia e collaborazione, che stiamo vivendo in questi giorni, costituisca già da sé un segno di speranza per tutti coloro che con fede vengono a varcare la Porta Santa e a pregare sulle tombe di Pietro e degli Apostoli”. Il Papa ricorda che nel 2029 verrà celebrato il centenario dei Patti Lateranensi, e ribadisce l’importanza della “reciproca distinzione degli ambiti”, a partire dalla quale, la Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano collaborano “per il bene comune, a servizio della persona umana, la cui dignità inviolabile deve sempre stare al primo posto nei processi decisionali e nell’agire, a tutti i livelli, per lo sviluppo sociale, specialmente per la tutela dei più fragili e bisognosi”.

Non lasciamoci affascinare dai modelli massificanti

Le ultime parole, Leone XIV le dedica a segnalare, con preoccupazione, la tendenza attuale a non apprezzare abbastanza, quello che i nostri padri ci hanno trasmesso, “modelli e valori maturati nei secoli che segnano la nostra identità culturale, addirittura a volte pretendendo di cancellarne la rilevanza storica e umana”. E cita le parole del cardinal Ratzinger nella Messa “pro eligendo Romano Pontifice” dell’aprile 2005.

Non lasciamoci affascinare da modelli massificanti e fluidi, che promuovono solo una parvenza di libertà, per rendere poi invece le persone dipendenti da forme di controllo come le mode del momento, le strategie di commercio o altro.

Per guardare al futuro, far tesoro delle tradizioni

Per guardare al presente e al futuro con “consapevolezza, serenità, responsabilità e senso di prospettiva”, sottolinea il Pontefice, è importante “avere a cuore la memoria di chi ci ha preceduto e far tesoro delle tradizioni che ci hanno portato ad essere ciò che siamo”. E conclude il suo discorso con un incoraggiamento a tutti gli italiani a lanciarsi nella bella avventura di scoprire e riscoprire la “ricchezza immensa”, ma “spesso umile e nascosta”.

Il terzo incontro tra Leone XIV e Mattarella

Quello di oggi è stato il terzo incontro tra Papa Leone XIV e il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, che aveva partecipato il 18 maggio scorso alla Messa di inizio Pontificato e che poi aveva salutato il Papa nella Basilica Vaticana al termine della celebrazione. La prima udienza in Vaticano è stata il 6 giugno, e in quell’occasione il capo di Stato italiano aveva invitato il Pontefice al Quirinale. Leone XIV è il sesto Papa che, dalla nascita della Repubblica italiana, fa visita al Palazzo, un tempo residenza dei Pontefici.

Il Papa incontra la delegazione italiana fuori dal territorio vaticano

Il Papa incontra la delegazione italiana fuori dal territorio vaticano (@VATICAN MEDIA)

Il percorso nel cuore di Roma fino al Quirinale

Il Papa ha lasciato il Palazzo Apostolico intorno alle 10.20, ed è partito in automobile dal Cortile di San Damaso, seguito dai membri della Delegazione ufficiale, della quale hanno fatto parte, tra gli altri, i cardinali Pietro Parolin, segretario di Stato, Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), e Baldassarre Reina, vicario generale per la diocesi di Roma. Quando il corteo papale è giunto al confine con lo Stato italiano in piazza Pio XII, Leone XIV ha ricevuto l’omaggio della missione straordinaria del Governo italiano, guidata dal vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e da Francesco Di Nitto, ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede. Ripartito verso piazza Venezia, il corteo papale è stato scortato da Corazzieri in motocicletta, poi da via Cesare Battisti al Palazzo del Quirinale, da Corazzieri a cavallo.

Il corteo papale per le vie di Roma

Il corteo papale per le vie di Roma (@VATICAN MEDIA)

L’accoglienza di Mattarella al Quirinale

Alle 10.40 il corteo è entrato nel Cortile d’Onore nel Palazzo del Quirinale, dove Leone XIV è stato accolto con una stretta di mano dal presidente della Repubblica Mattarella. Insieme, sul tappeto rosso, hanno ascoltato gli inni nazionali pontificio e italiano, eseguiti dalla banda musicale dell’Esercito, mentre la Guardia d’onore composta da reparti di Esercito, Marina ed Aeronautica, presentava gli onori militari, affiancata da un reggimento di Corazzieri a cavallo. Allo stesso tempo veniva issata sul pennone del Torrino, accanto a quelle italiana ed europea, la bandiera pontificia. Subito dopo il Papa e il capo dello Stato sono entrati nel Palazzo e hanno raggiunto la Sala del Bronzino, per le foto ufficiali davanti alle bandiere e la presentazione dei rispettivi seguiti. Dopodiché si sono recati nello Studio alla Vetrata per il colloquio privato, protrattosi per più di mezz’ora. Nel frattempo, le delegazioni vaticana e italiana hanno raggiunto la Sala del Druso, per il colloquio parallelo. Al termine del colloquio privato, è stata introdotta nello Studio alla Vetrata, la signora Laura Mattarella, figlia del presidente.

Il presidente della Repubblica Italiana accoglie Leone XIV

Lo scambio di doni nella Sala degli Arazzi di Lille

Nella Sala degli Arazzi di Lille, Leone XIV ha donato al presidente un mosaico raffigurante il Colosseo, opera dello Studio del Mosaico Vaticano, e una copia autografata con dedica dell’Esortazione apostolica Dilexi te. Mattarella ha donato una acquaforte della seconda metà del XVII secolo, che riproduce la scultura di Alessandro Algardi (1598-1654) per l’altare di San Leone Magno nella basilica Vaticana, e una biografia di Santa Rosa da Lima, del 1827. Successivamente, nella Sala del Bronzino, il presidente ha presentato al Pontefice i propri consiglieri. Quindi entrambi hanno raggiunto la Cappella dell’Annunziata, attesi da monsignor Sergio Siddi, cappellano del Quirinale, e don Santiago Alonso, cappellano della Tenuta di Castelporziano. Qui si sono raccolti brevemente in preghiera.

Scambio di doni

Scambio di doni (@Vatican Media)

I discorsi nel Salone delle Feste

Successivamente il Papa e il presidente hanno raggiunto la Sala degli Specchi, dove hanno salutato Ignazio La Russa, presidente del Senato, Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, e Giovanni Amoroso, presidente della Corte Costituzionale. Infine nel Salone delle Feste il presidente e il vescovo di Roma hanno pronunciato i rispettivi discorsi. Al termine, passando per il Salone dei Corazzieri, hanno visitato insieme la Cappella Paolina accompagnati dal professor Godart. Il congedo è avvenuto presso la Vetrata per gli Onori, con una calorosa stretta di mano, e il corteo papale ha lasciato il Palazzo del Quirinale intorno alle 12.35. Il rientro in Vaticano, dopo il saluto alla missione straordinaria del Governo, è avvenuto intorno alle 12.50.

I saluti finali

I saluti finali (@Vatican Media)

Be the first to comment on "Il Papa al Quirinale: pace è costruire una convivenza dignitosa e prospera"

Leave a comment