Il Papa: “Custodire voci e volti umani”, tema per la Giornata delle Comunicazioni sociali

Il tema per la 60.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2026

Per la ricorrenza che in molti Paesi, tra cui l’Italia, si celebra il 17 maggio 2026, solennità dell’Ascensione, Leone XIV ha scelto di sottolineare l’importanza di salvaguardare “le capacità unicamente umane di empatia, etica e responsabilità morale” davanti a tecnologie come l’Intelligenza Artificiale. Il Dicastero per la Comunicazione: “le macchine siano strumenti al servizio e al collegamento della vita umana, non forze che erodono la voce umana”

Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano

“Custodire voci e volti umani”. È questo il tema scelto dal Papa per la 60.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, in un mondo in cui è necessario promuovere “l’alfabetizzazione mediatica”, davanti a tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, spiega un comunicato del Dicastero per la Comunicazione diffuso oggi, 29 settembre. L’anno prossimo questa Giornata si celebra in molti Paesi, tra cui l’Italia, il 17 maggio 2026, solennità dell’Ascensione. “Come cattolici possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo, affinché le persone – soprattutto i giovani – acquisiscano la capacità di pensiero critico e crescano nella libertà dello spirito”, spiega il testo. “È sempre più urgente introdurre nei sistemi educativi” un’alfabetizzazione che si concentri su queste nuove tecnologie, in particolare “nel campo di IA (MAIL ovvero Media and Artificial Intelligence Literacy)”. Negli “ecosistemi comunicativi odierni, la tecnologia influenza le interazioni in modo mai conosciuto prima”, ma “il futuro della comunicazione – si legge – deve assicurare che le macchine siano strumenti al servizio e al collegamento della vita umana, e non forze che erodono la voce umana”.

L’umanità deve restare l’agente guida

Con l’Intelligenza Artificiale “abbiamo grandi opportunità”, ma anche “rischi” reali, continua il testo. Ad oggi “il genere umano” ha delle “possibilità impensabili solo pochi anni fa”, come usare l’IA per redigere “interi testi e conversazioni” o algoritmi “che selezionano i contenuti nei feed di notizie”. “Sebbene questi strumenti offrano efficienza e ampia portata, non possono sostituire le capacità unicamente umane di empatia, etica e responsabilità morale”, sottolinea il Dicastero per la Comunicazione. “La comunicazione pubblica richiede giudizio umano, non solo schemi di dati” e “la sfida è garantire che sia l’umanità a restare l’agente guida”.

Alcuni rischi che evidenzia il testo , per esempio, sono contenuti generati con l’IA, infatti possono essere “accattivanti ma fuorvianti, manipolatori e dannosi”, o replicano “pregiudizi e stereotipi presenti nei dati di addestramento”, o amplificano “la disinformazione simulando voci e volti umani”. Il comunicato aggiunge anche come queste tecnologie possono “invadere la privacy e l’intimità delle persone senza il loro consenso” o creare “un’eccessiva dipendenza” che “indebolisce il pensiero critico e le capacità creative”. Il Dicastero per la Comunicazione rimarca inoltre come “il controllo monopolistico di questi sistemi solleva preoccupazioni circa la centralizzazione del potere e le disuguaglianze”.

Un Papa attento a questi temi

Il Pontefice ha ribadito più volte l’importanza per la Chiesa di affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale e lo sviluppo delle nuove tecnologie. Nell’incontro con i cardinali, a pochi giorni dopo la sua elezione l’8 maggio, ha infatti spiegato che la scelta del suo nome papale è stata ispirata da Leone XIII che “con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale”, e “oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.  In un messaggio del 17 giugno ai partecipanti alla Seconda Conferenza annuale su Intelligenza Artificiale, Etica e Governance d’Impresa, ha evidenziato che “occorre valutare i benefici e i rischi dell’Intelligenza Artificiale proprio secondo” il criterio “etico superiore” di “salvaguardare la dignità inviolabile di ogni persona umana e rispettare le ricchezze culturali e spirituali e la diversità dei popoli del mondo”.

 

 

fonte: VATICAN NEWS

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