Il Papa: il sì di Maria vive nei testimoni di pace e contrasta la morte

Nella Messa celebrata nella parrocchia pontificia di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, per la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, Leone XIV spiega che nella Madre di Gesù abbiamo ragione di vedere il nostro destino. Se prevalgono sicurezze umane la fede può invecchiare, dice il Papa, e subentra la morte attraverso lamento, nostalgia e insicurezza. Comunità cristiane povere e perseguitate, i testimoni di perdono e operatori di pace sono la fecondità della Chiesa

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

C’è la “storia” di tutti noi e quella “della Chiesa immersa nella comune umanità” in Maria di Nazaret, perché “incarnandosi” in Lei Dio ha sconfitto la morte. Questo si contempla nel giorno della solennità dell’Assunzione della Vergine, “come Dio vince la morte, mai senza di noi”, poiché è il nostro “’sì’ al suo amore” che può cambiare tutto. Leone XIV sintetizza così il significato della festività mariana del 15 agosto, durante la Messa presieduta nella parrocchia pontificia di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, dove dal pomeriggio di mercoledì sta trascorrendo un secondo periodo di riposo. Duemila i fedeli presenti, in gran parte radunatisi a piazza della Libertà sin dalle prime ore del mattino per attendere l’arrivo del Pontefice e ascoltare le sue parole grazie a un megaschermo e all’amplificazione predisposta nell’area antistante la piccola chiesa, e gli altri – 250 – tra i banchi della seicentesca collegiata già gremita pure presto.

Fedeli radunati in piazza della Libertà a Castel Gandolfo

Nella sua omelia il Pontefice ricorda pure il “sì” di Cristo, che ha annientato la morte, la quale però non è ancora venuta meno nel mondo a causa del peccato degli uomini.

Sulla croce Gesù liberamente ha pronunciato il “sì” che doveva svuotare di potere la morte, quella morte che ancora dilaga quando le nostre mani crocifiggono e i nostri cuori sono prigionieri della paura e della diffidenza. Sulla croce la fiducia ha vinto, ha vinto l’amore che vede ciò che ancora non c’è, ha vinto il perdono.

LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DELL’OMELIA DI LEONE XIV

Il “sì” di Maria nei martiri di oggi

Il Papa ricorda che ai piedi della croce “Maria c’era: era là, unita al Figlio”, e aggiunge che in lei tutti noi possiamo identificarci “quando non fuggiamo” e “rispondiamo col nostro ‘sì’ al suo ‘sì’”.

Nei martiri del nostro tempo, nei testimoni di fede e di giustizia, di mitezza e di pace, quel “sì” vive ancora e ancora contrasta la morte. Così questo giorno di gioia è un giorno che ci impegna a scegliere come e per chi vivere.

Il Papa mentre tiene l'omelia

Il Papa mentre tiene l’omelia (@Vatican Media)

La vita di Dio interrompe la disperazione

Nel giorno in cui si celebra “il traguardo” dell’esistenza di Maria, il Pontefice evidenzia che “ogni storia, anche quella della Madre di Dio, sulla terra è breve e finisce”, ma che niente “va disperso”. Ce lo dimostra il fatto che il Magnificat pronunciato dalla Vergine “ora sprigiona la luce di tutti i suoi giorni”, e la Chiesa continua a cantarlo “‘di generazione in generazione’, al tramonto di ogni giornata”. La “fecondità” del “sì” di Maria, dunque, “si prolunga nella fecondità della Chiesa e dell’intera umanità, quando è accolta la Parola rinnovatrice di Dio”.

La Risurrezione entra anche oggi nel nostro mondo. Le parole e le scelte di morte sembrano prevalere, ma la vita di Dio interrompe la disperazione attraverso concrete esperienze di fraternità, attraverso nuovi gesti di solidarietà. Prima di essere il nostro destino ultimo, infatti, la Risurrezione modifica – anima e corpo – il nostro abitare la terra.

La parrocchia pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo

La parrocchia pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo (@Vatican Media)

Le sicurezze umane indeboliscono la fede

E il Magnificat non solo rievoca l’esperienza di Maria, “rafforza nella speranza gli umili, gli affamati, i servi operosi di Dio”, ossia quanti “ancora nella tribolazione già vedono l’invisibile: i potenti rovesciati dai troni, i ricchi a mani vuote, le promesse di Dio realizzate”. “La Parola di Dio ancora viene alla luce”, rassicura il Pontefice, quando “opponiamo al male il bene, alla morte la vita, allora vediamo che ‘nulla è impossibile con Dio’”. Tuttavia se “prevalgono le sicurezze umane, un certo benessere materiale e quella rilassatezza che addormenta le coscienze, questa fede può invecchiare” e così “subentra la morte, nelle forme della rassegnazione e del lamento, della nostalgia e dell’insicurezza”.

Invece di vedere il mondo vecchio finire, se ne cerca ancora il soccorso: il soccorso dei ricchi, dei potenti, che in genere si accompagna al disprezzo dei poveri e degli umili. La Chiesa, però, vive nelle sue fragili membra, ringiovanisce grazie al loro Magnificat. Anche oggi le comunità cristiane povere e perseguitate, i testimoni della tenerezza e del perdono nei luoghi di conflitto, gli operatori di pace e i costruttori di ponti in un mondo a pezzi sono la gioia della Chiesa, sono la sua permanente fecondità, le primizie del Regno che viene. Molti di loro sono donne.

Un momento della celebrazione

Un momento della celebrazione

In Maria assunta in Cielo vediamo il nostro destino

L’invito del Papa è a lasciarsi “convertire” dalla “testimonianza” di Elisabetta e Maria, “donne pasquali, apostole della Risurrezione”. Infine, soffermandosi sulla Vergine, Leone spiega che in Lei, “assunta in Cielo”, se “in questa vita ‘scegliamo la vita’”, possiamo “vedere il nostro destino”. Maria, aggiunge il Papa, “ci è donata come il segno che la Risurrezione di Gesù non è stata un caso isolato, un’eccezione” e perciò “tutti, in Cristo, possiamo inghiottire la morte”, Lei “è quell’intreccio di grazia e libertà” che spinge ad essere fiduciosi e coraggiosi. Da qui l’esortazione  a “scegliere la vita”, superando paure e incertezze, mettendo a tacere le “voci di morte” che inducono, invece a pensare ai propri “interessi”. “Noi invece siamo discepoli di Cristo. È il suo amore che ci spinge, anima e corpo, nel nostro tempo”, conclude Leone, specificando che “come singoli e come Chiesa noi non viviamo più per noi stessi”, e questo diffonde e fa prevalere “la vita”.

Guarda il video integrale della Messa per la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria

 

 

FONTE: VATICAN NEWS

 

 

 

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