Dopo 11 anni, il corpo del soldato israeliano restituito ai familiari mentre si intensificano le tensioni e si approfondiscono le controversie politiche e giudiziarie nel Paese.
di Redazione
GERUSALEMME (EN24) – Il ritorno a casa di Hadar, il soldato israeliano disperso in battaglia nella Striscia di Gaza per oltre un decennio, rappresenta un momento di grande emozione e speranza per le famiglie e il Paese. Leah Goldin, madre di Hadar, ha espresso un sentimento ambivalente: da un lato, il dolore di aver riavuto il corpo del figlio, dall’altro, la preoccupazione e il mistero che ancora circondano le circostanze del suo ricovero, forse per tentato suicidio.
Il rientro di Hadar potrebbe segnare una svolta nel conflitto in corso, contribuendo a sbloccare la difficile fase attuale, con la liberazione di 150 miliziani di Hamas intrappolati nei tunnel sotto Rafah e Khan Younis. Mentre si attende il recupero degli ultimi quattro corpi, il premier Benjamin Netanyahu ha promesso che “riporteremo indietro tutti”, rafforzando l’impegno del governo sulla linea di un’operazione di lunga durata.
Nel frattempo, a livello internazionale, si intensificano gli sforzi per avviare una seconda fase del piano di Trump: Jared Kushner e Steve Witkoff sono tornati in Israele per mediare con Hamas, che si mostra fermamente contrario a ogni ipotesi di resa, insistendo sulla responsabilità dei mediatori nel trovare una soluzione duratura.


Leah Goldin, la madre del soldato israeliano tenente Hadar Goldin, tiene in mano una foto di suo figlio.
Le tensioni si estendono anche alla scena diplomatica: secondo alcuni analisti, l’intelligence turca potrebbe assumersi un ruolo di mediazione, mentre anche il Cairo si propone come possibile intermediario. La comunità internazionale sta lavorando a una risoluzione ONU per stabilire regole di ingaggio e un mandato internazionale alla Forza di stabilizzazione a Gaza, che prevederebbe fino a 20.000 uomini. Tuttavia, la presenza turca resta un punto di ostacolo, con il ministro della Difesa israeliano Katz che ha commentato duramente la questione, criticando la possibile ingerenza di Ankara.

Nel frattempo, si riaccendono le polemiche sul caso dell’ex procuratrice militare Yifat Tomer-Yerushalmi, ricoverata in ospedale a Tel Aviv dopo un malore, con fonti che parlano di un possibile tentativo di suicidio. La donna, coinvolta in un’inchiesta per abusi e frode, era stata posta agli arresti domiciliari una settimana prima, in relazione a un video su abusi avvenuti nel carcere di Sde Teiman. La vicenda, ancora aperta, alimenta le tensioni politiche e giudiziarie in Israele, che si trova a dover affrontare crisi di vario genere sul fronte interno e internazionale.

Be the first to comment on "Il ritorno di Hadar e le tensioni in Israele: tra speranza e crisi politica"