«In sei mesi, 1.500 attacchi hacker: dobbiamo creare un’Arma cyber»

Il ministero della Difesa presenta il piano di contrasto alla guerra ibrida: servono 5.000 uomini e una nuova struttura militare-civile per difendere il Paese

di Redazione

ROMA (EN24) – Il fronte digitale si conferma uno dei campi di battaglia più delicati e complessi per la sicurezza nazionale. In soli sei mesi, l’Italia ha registrato circa 1.500 attacchi hacker, evidenziando la crescente minaccia che incombe sui sistemi critici e sulle infrastrutture strategiche. Per rispondere a questa emergenza, il ministero della Difesa propone la creazione di un’Arma cyber civile-militare, un organismo capace di contrastare efficacemente la guerra ibrida che si svolge anche nel mondo digitale.

Il documento sul contrasto alla guerra ibrida, pubblicato sul sito ufficiale del ministero e illustrato recentemente dal ministro Guido Crosetto al Quirinale durante il Consiglio supremo di Difesa, rappresenta un passo importante nel definire le strategie di difesa nazionale. Si tratta di un non-paper, un documento di lavoro non classificato, che analizza le minacce e propone misure concrete per rafforzare la capacità di risposta dell’Italia.

Il testo mette in evidenza come la minaccia ibrida – costituita da attacchi informatici, disinformazione, pressioni economiche e operazioni sotto soglia – eroda silenziosamente la sicurezza delle società. Il dominio cibernetico viene descritto come un moltiplicatore essenziale, in grado di colpire infrastrutture vitali e influenzare i processi democratici, con l’obiettivo di generare dubbi e insicurezze, sfruttando le difficoltà di attribuzione delle responsabilità.

Tra i principali attori ostili vengono indicati Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, tutti impegnati in operazioni di sabotaggio, campagne di disinformazione e attacchi informatici mirati. L’Italia si trova ancora vulnerabile in settori strategici come energia, trasporti, sanità, finanza e comunicazioni. I dati del primo semestre 2025 attestano un incremento delle attività cyber: 1.549 eventi e 346 incidenti con impatti concreti, soprattutto nel settore sanitario, con le piccole e medie imprese frequentemente bersaglio di attacchi a causa di difese insufficienti.

Crosetto sottolinea che la difesa passiva non è più sufficiente, e occorre adottare una postura predittiva e adattiva, capace di prevenire e neutralizzare gli attacchi prima che si concretizzino. La proposta centrale è la creazione di uno spazio cyber di interesse nazionale, con regole chiare e una regia unificata attraverso un nuovo Comando congiunto dedicato alle operazioni cyber, elettromagnetiche e cognitive.

Il progetto più ambizioso riguarda la costituzione di un’Arma cyber civile-militare, con un organico iniziale di 1.200-1.500 unità, di cui il 75% operativo 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. In futuro, questa forza dovrebbe arrivare a 5.000 unità, con capacità non solo di difesa delle reti, ma anche di operazioni proattive come disturbare, bloccare o anticipare gli attacchi, nel rispetto delle norme internazionali e in collaborazione con la Nato.

Il ministro Crosetto propone inoltre di impiegare personale civile qualificato, creare una riserva cyber e rafforzare l’integrazione con l’intelligence. Accanto all’Arma, si pensa anche di istituire un Centro per il contrasto alla guerra ibrida, incaricato di coordinare risposte, analizzare campagne di disinformazione e collaborare con università e imprese, per dotare l’Italia di strumenti sociali e tecnologici contro propaganda e manipolazione.

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