Kyma Mobilità e gli appalti in famiglia. Ecco la coppia d’oro Gira-Tagliente cresciuta nel segno di Melucci

Costituiscono una coppia nella vita e le loro professioni, lei avvocata e lui ingegnere, hanno creato talvolta intrecci e coincidenze che ora attendono chiarimenti. Da giorni a Taranto l’opinione pubblica si arrovella sul caso-Giorgia Gira, innescato da una serie di atti amministrativi compiuti dalla presidente di Kyma Mobilità, compresi anche quelli in favore del suo partner nella vita, Luca Tagliente, e di un’azienda a lui riconducibile.
Gli stessi consiglieri di opposizione non discutono della loro legittimità quanto di trasparenza e di opportunità dato il legame fra i due. Chiedono che il sospetto di minimi favoritismi venga allontanato. È utile sottolineare che gli incarichi e gli affidamenti diretti concessi al professionista durante la presidenza Gira sono tutti sotto soglia e, pertanto, possono essere affidati senza gara. Si tratta di 15 mila euro per le prestazioni professionali e di complessivi 62 mila per lavori affidati alla Green Eco, suddivisi in tanti capitoli.

«Giorgia Gira non mi sembra una persona sprovveduta – commenta Francesco Falcone, coordinatore provinciale di Con, gruppo a cui appartiene la stessa Gira, – sono fiducioso anch’io, come il sindaco Bitetti, che tutto verrà chiarito al più presto e che non ci siano state illiceità. Sono convinto che l’incompatibilità con la recente nomina in Kyma non sussista perché lei ne ha rimosso la causa con l’atto di rinuncia prima di accettare l’incarico. Per quanto riguarda gli incarichi e gli affidamenti diretti credo siano stati dettati unicamente dall’economicità in favore dell’azienda. Mi rendo però anche conto che una questione di opportunità possa esserci e che se ne possa discutere. Noi, come Con, chiederemo alla Gira di chiarire tutto».

La coppia Tagliente-Gira è molto conosciuta in città. Sono due professionisti affermati, con significative carriere peraltro ancora da completare. Frequentano le persone giuste e i circoli che contano. La cinquantenne Gira, laureata a Bari, ingrana la marcia nel settore pubblico nel 2018 diventando presidente dell’Amat, oggi Kyma Mobilità, su nomina dell’ex sindaco Melucci. Lo diventa con una mossa da alcuni ritenuta all’epoca strumentale alla sua stessa designazione. Che fece? Si dimise da consigliere d’amministrazione facendo decadere, in base allo statuto, l’intero cda.

E poco dopo Melucci la promosse di grado. È negli anni 2018, 2019 e 2020 che firmò incarichi e affidamenti diretti a Tagliente e alla Green Eco. Ma la nemesi melucciana si abbatté anche contro di lei: il sindaco che l’aveva designata in seguito la rimosse. Per questo lei ha fatto ricorso e questa mossa è al centro della presunta incompatibilità della sua nomina perché in lite con l’azienda. Luca Tagliente è un ingegnere gestionale laureato all’università di Tor Vergata, direttore di Appia Energy, di proprietà di Marcegaglia per il 51 per cento e per il 49 della Cisa di Antonio Albanese.
Gli ambienti professionali tarantini confermano che è un ottimo professionista, esperto di recupero energetico dai rifiuti. La sua fisionomia professionale rimase un po’ offuscata nel 2018, mentre era alla presidenza dell’Amiu perché inciampò in un episodio finito nell’ordinanza dell’operazione «Tabula rasa». Gli rubarono la Range Rover Evoque e lui anziché denunciare il furto alle autorità si rivolse ad Antonio Sambito, il noto capo clan dei Tamburi, perché gliela ritrovasse. Ma neanche il boss, detto «Bubù», che all’Amiu aveva fatto una carriera prodigiosa, ci riuscì. Poco dopo Tagliente si dimise dalla presidenza mentre Giorgia Gira si dimetteva dall’Amat. Nel 2020 ebbe in concessione il pontile Rota, sul Lungomare, per farne un attracco per natanti, ma il progetto realizzato i tarantini non l’hanno visto.