La Maturità torna all’antica: l’esame orale riporta le modalità tradizionali

Dal 2026, l’esame di Stato si rinnova con un focus su poche materie e un procedimento più rigoroso, tra polemiche e innovazioni

di Redazione

(EasyNews24) – Con la recentissima approvazione da parte del Parlamento del decreto dello scorso settembre, le misure riguardanti l’esame di Maturità tornano a cambiare radicalmente. Dal 2026, l’esame di Stato riprende le sembianze di un rito più tradizionale, con alcune novità che stanno facendo discutere tra studenti, insegnanti e politica.

Una delle modifiche più evidenti riguarda il nome stesso dell’esame, che torna ad essere “Maturità” nei diplomi e nei documenti ufficiali, cancellando di fatto la denominazione “Esame di Stato” adottata dopo la riforma Berlinguer del 1999. La scelta sembra puntare a un ritorno alle radici, con un occhio di riguardo alla tradizione.

Ma la vera rivoluzione riguarda la prova orale. Fino allo scorso giugno, questa fase coinvolgeva tutte le materie, rendendo il colloquio un momento spesso difficile e stressante per gli studenti. Con il nuovo decreto, la prova orale si concentrerà su quattro discipline, scelte annualmente dal ministro entro il 31 gennaio, insieme alla materia della seconda prova scritta. L’obiettivo dichiarato è di rendere il colloquio più approfondito e significativo.

Inoltre, viene eliminato il documento scelto dalla commissione che negli ultimi anni aveva generato disagio tra gli studenti, e vengono mantenuti invece i percorsi di educazione civica e formazione scuola-lavoro, ora ribattezzati “formazione scuola—lavoro” per rafforzare il legame tra scuola e mondo del lavoro.

Altre novità riguardano i crediti: dal 2026, per ottenere un voto molto alto o la lode, il numero di crediti aggiuntivi a disposizione delle commissioni si riduce da cinque a tre. Cambia anche la composizione delle commissioni d’esame, che saranno composte da cinque membri (un presidente esterno e due insegnanti scelti tra quelli della classe), rispetto ai sette precedenti.

Per quanto riguarda l’esito del colloquio, in risposta alle proteste di alcuni studenti, viene ribadito che non si può “scegliere” di non svolgere la prova orale: chi non apre bocca sarà bocciato, anche se ha già superato le prove scritte e ha i crediti necessari.

Il ministro Giuseppe Valditara definisce queste misure come una “svolta importante”, sottolineando anche altre novità inserite nel decreto, come la strutturazione del percorso 4+2, l’ampliamento della carta docente anche ai precari, norme più stringenti per la sicurezza nelle gite scolastiche e investimenti per il rinnovo contrattuale e la formazione dei commissari.

Le reazioni al decreto sono divise: l’opposizione lo considera un provvedimento frammentato e privo di visione, mentre il centrodestra lo vede come un cambio di passo deciso verso una scuola più seria e centrata sullo studente. Solo il tempo dirà se queste novità porteranno i risultati sperati.

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