Mentre l’Ucraina vive il suo momento più oscuro per la corruzione dilagante, il popolo si mobilita contro un sistema che alimenta scandali e privilegi, ignaro delle responsabilità europee.
di Redazione
(EN4) – L’Ucraina si trova al centro di uno dei capitoli più bui della sua storia recente, segnato da un’ondata di scandali che coinvolgono élite politiche, imprenditoriali e militari. Tra ville lussuose, auto costose, escort e schemi corruttivi di proporzioni inaspettate, il Paese si confronta con una realtà che mette in discussione la sua stessa credibilità internazionale.
Lo scandalo nel settore energetico, in particolare, ha acceso i riflettori su un sistema marcio e sistemico, svelando una rete di privilegi e crimini che coinvolge anche figure di spicco come l’ex vicepremier Oleksiy Chernyshov, oggi sotto il mirino dell’Operazione Mida, con l’accusa di arricchimento illecito. La recente richiesta di custodia cautelare testimonia la gravità delle indagini, mentre l’opinione pubblica si interroga sul livello di corruzione endemica che, secondo una relazione della Corte dei Conti europea del 2021, non avrebbe ricevuto l’attenzione e le riforme necessarie da parte dell’Unione.
Nonostante le promesse di tolleranza zero e di riforme strutturali, il sostegno europeo all’Ucraina si è rivelato insufficiente nel contrastare questa piaga. La relazione della Corte europea evidenziava come, dal 2014, i fondi destinati all’energia e alle riforme, pari a circa 53 milioni di euro, siano stati gestiti con poca trasparenza e spesso coinvolgendo figure chiave come Chernyshov, che nel 2022 assumerà il ruolo di Ceo di Naftogaz, senza seguire le procedure appropriate.
L’allarme sulla corruzione, lanciato cinque mesi prima dello scoppio della guerra, non ha frenato la generosità europea, che ha continuato a finanziare Kiev senza adeguate strategie di controllo, alimentando così le ombre di un sistema che, secondo molti, continua a minare le fondamenta dello stato di diritto.
Il malcontento tra gli ucraini si fa sentire forte e chiaro. Le testimonianze raccolte dal Kyiv Independent raccontano di cittadini che, tra blackout prolungati e difficoltà quotidiane, osservano con sdegno l’arricchimento illecito di pochi privilegiati. La protesta di ieri, con cartelli che denunciano «la corruzione del governo», testimonia come il popolo sia ormai esasperato, consapevole che i benefici della guerra sono stati spesso divorati da una classe dirigente corrotta, mentre le madri piangono i loro figli e le città piangono le loro speranze di un futuro più giusto.
Mentre Zelensky tenta di presentarsi come un leader riformista, le ombre sulla sua cerchia ristretta si fanno sempre più fitte. La mancanza di una strategia europea efficace contro la corruzione, unita alla complicità di oligarchi e sistemi di potere locali, rende difficile il cammino verso una vera trasparenza e legalità.
In questa fase cruciale, l’Ucraina si trova di fronte a una sfida decisiva: rinnovare la propria casa, ripulirla dalle macchie di un passato che rischia di compromettere anche il suo presente e il suo futuro. Solo attraverso riforme profonde, trasparenza reale e una ferma volontà popolare di cambiare si potrà sperare di uscire da questa tangentopoli dell’Est, per costruire una nazione finalmente libera da scheletri e privilegi di pochi.

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