Leone XIV: dal 7 ottobre due anni dolorosi. Ridurre l’odio, tornare a dialogare

Il Papa, lasciando la residenza di Castel Gandolfo, risponde alle domande dei giornalisti e ricorda l’attacco in Israele di due anni fa e le vittime a Gaza: “Bisogna cercare soluzioni di pace”. Il Pontefice afferma che il cardinale Parolin “ha espresso molto bene le posizioni della Santa Sede” nell’intervista ai media vaticani. Sul viaggio in Turchia e Libano spiega che si tratta di un desiderio di Francesco e che porterà un messaggio di pace in Medio Oriente

Daniele Piccini – Castel Gandolfo

“Sono stati due anni molto dolorosi. Due anni fa, in questo atto terroristico, sono morte 1.200 persone. Bisogna pensare a quanto odio esiste nel mondo e cominciare a porci noi stessi la domanda su cosa possiamo fare. In due anni, circa 67 mila palestinesi sono stati uccisi. Bisogna ridurre l’odio, bisogna tornare alla capacità di dialogare, di cercare soluzioni di pace”. Lo ha detto Papa Leone XIV nel pomeriggio di oggi, 7 ottobre, ai giornalisti che lo attendevano davanti all’ingresso di Villa Barberini, a Castel Gandolfo, riferendosi all’anniversario dell’attacco terroristico di Hamas che portò, esattamente due anni fa, alla morte di oltre un migliaio di israeliani, al rapimento di almeno 250 persone e, successivamente, alla massiccia reazione delle Forze di Difesa Israeliane a Gaza.

No a terrorismo e antisemitismo

Il Pontefice ha condannato sia il terrorismo che i recenti episodi di antisemitismo, ribadendo il messaggio di pace del Vangelo. “È certo – ha detto il Papa pochi minuti prima di tornare in Vaticano, dove alle ore 17.30 lo attendeva un incontro con i fedeli croati – che non possiamo accettare gruppi che causano terrorismo, bisogna sempre rifiutare questo stile di odio nel mondo. Allo stesso tempo l’esistenza dell’antisemitismo, che sia in aumento o no, è preoccupante. Bisogna sempre annunciare la pace, il rispetto per la dignità di tutte le persone. Questo è il messaggio della Chiesa”.

L’intervista del cardinale Parolin

Leone XIV ha poi risposto ad una domanda sulla reazione dell’Ambasciata Israeliana presso la Santa Sede all’intervista del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, con i media vaticani che, secondo quanto affermato in una dichiarazione, minerebbe gli sforzi di pace. “Il cardinale ha espresso molto bene l’opinione della Santa Sede in questo senso”, ha sottolineato il Papa.

Il Papa risponde alle domande dei giornalisti a Castel Gandolfo

Il Papa risponde alle domande dei giornalisti a Castel Gandolfo

La forza della preghiera incessante

Ha quindi invitato tutti i fedeli a continuare a pregare per la fine di questo sanguinoso conflitto e ha assicurato l’impegno della Chiesa a promuovere dialogo e riconciliazione. “La Chiesa – ha proseguito il Vescovo di Roma – ha chiesto a tutti di pregare per la pace, specialmente durante questo mese. Cercheremo anche, nella forma che è a disposizione della Chiesa, di promuovere il dialogo sempre”.

Il viaggio in Turchia, un momento di unità

Nel giorno dell’annuncio ufficiale del suo primo viaggio apostolico che lo vedrà in Turchia e Libano dal 27 novembre al 2 dicembre, Papa Leone XIV, sollecitato dai giornalisti sulle motivazioni di questa trasferta in una zona geopolitica così delicata e sotto tensione, ha spiegato: “Il viaggio in Turchia è motivato dall’anniversario dei 1700 anni del Concilio di Nicea. Penso che sia un momento veramente importante. È un viaggio che Papa Francesco voleva fare. Per tutti i cristiani sarà un momento di autentica unità nella fede. Non bisogna perdere questo momento storico. Ma non è per guardare indietro, è per guardare in avanti”.

Messaggio di pace per il Libano

Con il suo viaggio in Libano, il Pontefice intende soprattutto portare consolazione ad un popolo le cui sofferenze si sono inasprite, a partire dall’esplosione del porto di Beirut del 4 agosto 2020. “In Libano – ha detto – avrò la possibilità di annunciare di nuovo il messaggio di pace in Medio Oriente in un Paese che ha sofferto tanto. Anche lì Papa Francesco voleva andare. Voleva dare questo abbraccio al popolo del Libano dopo l’esplosione, dopo tutto quello che hanno sofferto. Cercheremo di portare questo messaggio di pace e di speranza”.

Il saluto ai fedeli fuori da Villa Barberini

Il saluto ai fedeli fuori da Villa Barberini

 

 

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