Tajani ha condannato l’accaduto, sottolineando come l’Unifil lavori per la sicurezza
AGI – L’Unifil è stata sotto attacco da parte di Israele. Secondo quanto denunciato dai caschi blu dell’Onu schierati nel sud del Libano, quattro granate sono state sganciate da droni dell’Idf vicino alle forze di peacekeeping impegnate a rimuovere i posti di blocco che impedivano l’accesso a una posizione dell’Onu.
Si tratta di “uno degli attacchi più gravi” dal cessate il fuoco dello scorso novembre tra Israele ed Hezbollah, hanno sottolineato.
La condanna del governo italiano
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha condannato l’accaduto, sottolineando come l’Unifil lavori “per garantire sicurezza e stabilità del Libano“. Durissimo il ministro della Difesa Guido Crosetto che a Il Foglio ha denunciato “un atto rilevante, grave”. “La differenza con gli episodi passati è che questo fatto, che ha toccato Unifil e anche il nostro contingente, non è un errore, una cosa accaduta indipendentemente dalla volontà dell’Idf ma, a quanto ha comunicato Unifil, una scelta precisa”.
La reazione di Crosetto e la partecipazione italiana
“Tanto precisa da parte loro quanto incomprensibile e inaccettabile da parte nostra – ha aggiunto Crosetto – Esprimerò con tutta la forza possibile al mio omologo israeliano la nostra totale disapprovazione (e qualcosa in più) per quanto accaduto”. L’Italia partecipa in forze alla missione Onu nel sud del Libano con oltre un migliaio di militari. Inoltre, è italiano il nuovo comandante dell’Unifil, il generale Diodato Abagnara, che dallo scorso giugno guida i caschi blu.
I dettagli dell’attacco
Da Parigi si è fatto sentire anche il ministero degli Esteri francese che in una nota ha condannato “fermamente” l’attacco israeliano all’Unifil e ha sottolineato che la protezione delle forze di pace “deve essere garantita”, ribadendo che i caschi blu devono “essere in grado di attuare pienamente il loro mandato ed esercitare la libertà di movimento”. Secondo quanto riferito dall’Unifil, “una granata ha colpito a meno di 20 metri e tre a circa 100 metri dal personale e dai veicoli delle Nazioni Unite“. Israele, ha aggiunto, era stato informato in anticipo dei lavori di sgombero stradale a sud-est del villaggio di Marwahin. Mettere in pericolo la vita delle forze di peacekeeping costituisce “una grave violazione” della risoluzione 1701 del 2006, alla base anche del cessate il fuoco dello scorso anno, ed è “inaccettabile”.
Il silenzio dell’Idf
Nessun commento finora delle forze armate israeliane sull’attacco. Un portavoce ha tuttavia riferito che nella notte l’Idf ha distrutto diverse postazioni precedentemente utilizzate da Hezbollah nella zona del Monte Dov, in Libano. Inoltre, secondo il quotidiano libanese Al-Akhbar affiliato ad Hezbollah, in mattinata un attacco israeliano ha preso di mira il villaggio di Al-Harayeb a nord di Tiro.
Rinnovo del mandato Unu e pressioni internazionali
La scorsa settimana, il Consiglio di Sicurezza Onu ha votato il rinnovo del mandato della missione nel sud del Libano per un ultimo anno, prima della sua conclusione definitiva nel 2027. Un risultato per il quale Usa e Israele hanno fatto forti pressioni.
Condizioni del cessate il fuoco e raid aerei
Le condizioni del cessate il fuoco che ha posto fine alla recente guerra tra Israele ed Hezbollah prevedevano lo schieramento dell’esercito di Beirut nell’area di confine e lo smantellamento delle infrastrutture del movimento sciita filo-iraniano. A Israele era richiesto il ritiro dal Paese, dove tuttavia ha mantenuto posizione in cinque avamposti, adducendo necessità di sicurezza, e continua a condurre raid aerei nell’area.
Piano libanese per disarmare Hezbollah
Il governo libanese il mese scorso ha incaricato l’esercito di elaborare un piano per disarmare Hezbollah entro la fine dell’anno. Un’iniziativa “significativa”, accolta positivamente dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha parlato di “misure reciproche” se questo avverrà, con “la graduale riduzione della presenza dell’Idf, in coordinamento con gli Usa“.
Be the first to comment on "L’Idf attacca i caschi blu in Libano. Crosetto: “Non un errore, ma una scelta precisa”"