Un’opportunità per la città, un nuovo capitolo per lo sport.
dal nostro inviato Salvatore Stano
TARANTO (EN24) – In un’epoca di grandi cambiamenti per Taranto, l’imminente attivazione del “segna tempo” per i Giochi del Mediterraneo del 2026 ha riacceso i riflettori sul futuro sportivo della città. Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’Avv. Gianluca Mongelli, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia e figura di spicco della comunità, noto anche per essere un grande e appassionato tifoso del Taranto Calcio. Mongelli ha condiviso con noi la sua visione, analizzando le opportunità e le sfide che attendono il capoluogo ionico.
Un’opportunità per la città e la speranza di un nuovo inizio
Questa sera, in Piazza Municipio, verrà attivato il segna tempo del countdown per l’inizio dei Giochi del Mediterraneo Taranto 2026. Come giudica tale evento?
«Ritengo che i Giochi del Mediterraneo siano una straordinaria opportunità per la città di Taranto e per tutto il territorio. Devo però premettere che li considero un punto di partenza e non di arrivo nell’ambito di un nuovo rapporto tra la città e lo sport. Innanzitutto, la città sarà dotata, finalmente, di impianti nuovi e all’avanguardia e per questo aspetto, come tarantini, dobbiamo ringraziare lo straordinario sforzo del Commissario Massimo Ferrarese, nominato dal Governo Meloni, che ha dato prova di capacità e concretezza a 360 gradi, riuscendo a superare i gravi ritardi accumulati per anni dall’amministrazione comunale e dalla Regione.»
Lo stadio “gemma d’Europa” e il rilancio del Taranto Calcio
Taranto sarà dotata, tra l’altro, di uno stadio moderno. Ritiene che questo aspetto possa favorire il rilancio del Taranto Calcio?
«Sul punto, da tifoso della squadra della mia città, non posso che essere felice per quanto si sta facendo. Il commissario Ferrarese ha affermato che lo Iacovone sarà “gemma d’Europa”. Il momento è particolarmente favorevole in quanto, dopo l’ennesimo fallimento, la nascente società del Taranto vede alla propria guida un gruppo imprenditoriale serio e concreto, quale è il Gruppo Ladisa. Ho appreso con estremo favore gli intendimenti del dottor Vito Ladisa, la sua visione della rinascita sportiva della città in un’ottica non solo calcistica, ma sociale, con particolare attenzione al settore giovanile e alla conseguente valorizzazione dei talenti locali. Inoltre, il progetto imprenditoriale è mirato a garantire la sostenibilità della società e ho apprezzato il favorevole coinvolgimento della tifoseria, come nel caso della scelta dello stemma. Siamo abituati a soffrire, ma abbiamo una storia e una dignità di cui tener conto, per cui vogliamo lasciare i campetti (con tutto il rispetto) dell’Eccellenza subito. È chiaro che uno Stadio tanto importante dovrà meritare, da qui a breve, palcoscenici altrettanto adeguati.»

Lo stadio “Erasmo Iacovone” prima della demolizione

Il progetto del nuovo impianto sportivo dedicato a Erasmo Iacovone. (Foto: © lacasadic.com)
La gestione degli impianti e le “radici profonde” di Taranto
Gli impianti dovranno essere gestiti adeguatamente per evitare le cattedrali nel deserto. Cosa ne pensa a riguardo?
«Le precedenti esperienze in altre città devono insegnarci molto. Lo sforzo e la volontà del Governo Meloni nel volere che i Giochi si realizzino nel migliore dei modi a Taranto non deve lasciarci indifferenti. Sarà necessario garantire adeguate forme di gestione di tutti gli impianti e ciò al fine non solo del loro mantenimento nel tempo, ma anche per favorire le opportunità per i nostri talenti. Mi piace ricordare che nel museo di Taranto è conservata la tomba dell’Atleta di Taranto, un campione di diverse discipline, vissuto in epoca magnogreca, che diede lustro alla città anche sotto il profilo sportivo. Le radici profonde non gelano mai, possiamo e dobbiamo farcela.»

La tomba dell’Atleta di Taranto fu ritrovata in via Genova 9, in occasione dello scavo per le fondamenta di un palazzo. Ora è custodita al Mar.Ta. (Foto: © madeintaranto.org)
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