Disposti accertamenti sulla fine della ragazza in Puglia per uno stage al villaggio Meditur, tra cui l’autopsia. Ma non sembrano esserci molti dubbi sulla natura volontaria del gesto
Le ricerche sono andate avanti in tutta la zona, monitorata anche con droni termici, cani molecolari e imbarcazioni, per oltre 72 ore. Ma Mariia Buhaiova, la 18enne ucraina scomparsa venerdì sera dal villaggio turistico Meditur di Carovigno, era a circa un chilometro da lì, in una zona di campagna poco accessibile, tra la statale 379 e il mare della riserva naturale di Torre Guaceto. Ha usato un lenzuolo che aveva portato con sé dal villaggio per impiccarsi, a trovarla sono stati i vigili del fuoco impegnati con le unità cinofile.
La vicenda ha tenuto Carovigno con il fiato sospeso a lungo. E proprio il piccolo Comune alle porte di Brindisi, come ha spiegato il sindaco Massimo Lanzillotti in un post pubblicato sui social, coprirà le spese del funerale: «Siamo profondamente addolorati per l’epilogo di questa storia. Non potevamo immaginare una conclusione peggiore di questa, preghiamo per lei e ci stringiamo al dolore della sua mamma in arrivo a Carovigno e della sua intera famiglia. Come Comune ci siamo attivati per coprire le spese necessarie ai servizi funebri», ha scritto su Facebook.
Mariia, arrivata in Puglia a metà giugno per svolgere uno stage nel ristorante del villaggio nell’ambito di un progetto europeo con l’università di Bratislava, era definita da chi l’ha frequentata «molto introversa»: «Non aveva socializzato con gli altri, stava molto per i fatti suoi».
Pochi giorni prima di sparire aveva compiuto 18 anni e, sempre nello stesso periodo, le era stato comunicato che lo stage non sarebbe proseguito oltre il 6 luglio.
Se questa delusione abbia giocato un ruolo nella decisione di togliersi la vita probabilmente non si saprà, ma è un fatto che gli inquirenti non escludono.
I carabinieri brindisini, comandati dal luogotenente Marco Ancora, al momento non sembrano avere dubbi sulla natura volontaria del gesto. Non solo perché sul corpo di Mariia non ci sono altri segni di violenza, ma anche per alcuni segnali lanciati dalla stessa ragazza: il passaporto lasciato in camera, segno che non volesse partire, i bigliettini con il numero di telefono dei genitori, il bonifico con cui aveva trasferito poco meno di mille euro (tutti i suoi risparmi) al fratello, spiccioli e banconote messi sul comodino.
La Procura di Brindisi ha avviato ulteriori accertamenti, tra cui l’autopsia affidata al medico legale Domenico Urso. Non è stato invece aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. L’ipotesi è che la ragazza abbia deciso di togliersi la vita nel giorno stesso della sua scomparsa. Con sé, oltre al cellulare, aveva portato soltanto uno zainetto, nel quale aveva messo un lenzuolo preso dalla sua camera. I genitori, in viaggio dall’Ucraina, sono attesi in paese.
fonte: Corriere del Mezzogiorno
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