Il Consolato generale d’Italia a Calcutta: “Situazione complessa”
Sono morti i due alpinisti italiani Alessandro Caputo e Stefano Farronato dispersi da venerdì sul Panbari, in Nepal. Lo conferma la Farnesina. I contatti con Caputo e Stefano Farronato erano stati persi venerdì quando erano stati sorpresi da forti nevicate al Campo 1, a 5mila metri d’altitudine. Il loro decesso è stato confermato questa mattina dalle autorità locali.
Altri connazionali risultano dispersi e le ricerche sono in corso. Il consolato generale a Calcutta, anche per il tramite del consolato generale onorario a Kathmandu, in stretto raccordo con la Farnesina, sta seguendo direttamente l’evoluzione della situazione in contatto con le autorità locali e con i familiari dei connazionali, spiega ancora la Farnesina.
Il consolato generale a Calcutta, competente per il Nepal, riporta una situazione molto complessa, con comunicazioni difficili e diverse famiglie italiane che non riescono a mettersi in contatto con i propri cari.
La sede sta sollecitando le autorità locali, che al momento parlano di “dispersi” e non di vittime. Ieri sera circolava notizia su media internazionali di una seconda vittima italiana ma al momento non ci sono conferme.
I connazionali – riferisce la Farnesina – sono stati sorpresi da forti nevicate al Campo 1 (5mila metri di altitudine). L’allarme è stato lanciato dal capogruppo, Valter Pellino, rimasto al campo base.
Ieri i soccorritori si sono concentrati sulla ricognizione dell’area tra il campo base e il campo 1, ma le squadre si sono fermate a Samagou a causa delle difficoltà della missione e del sopraggiungere della notte. Le operazioni di ricerca riprenderanno domani, quando il meteo prevede bel tempo. L’elicottero si avvicinerà il più possibile alla montagna fino a pochi anni fa ancora inesplorata dagli alpinisti.
E’ stato recuperato Pellino, 64 anni, capo della spedizione “Panbari Q7” iniziata il 7 ottobre scorso. Veterinario di Pinerolo, Pellino era rimasto al campo 1 a seguito di un grave problema a un piede. La missione era quella di scalare con gli sci una montagna quasi sconosciuta e molto difficile. Il Panbari è stato aperto per la prima volta alle spedizioni straniere nel 2002. Nel settembre del 2006 una spedizione universitaria giapponese ha scalato la montagna in stile alpino.
Himal Gautam, funzionario del dipartimento del turismo del Nepal, spiega a proposito di Caputo e Farronato: “I due sono rimasti bloccati nel campo uno a causa delle forti nevicate e non si hanno più contatti da sabato”. Come afferma il dipartimento, i connazionali avevano ottenuto il permesso di scalata dalla Sherpa Alpine Trekking Service con il numero di autorizzazione 102: “Il dipartimento del turismo sta coordinando e facilitando continuamente le operazioni di ricerca e soccorso con le agenzie interessate e altre autorità”.
Il Consolato Generale Onorario a Kathmandu, in stretto raccordo con l’Ambasciata d’Italia a Delhi e con la Farnesina sta seguendo direttamente l’evoluzione della situazione mantenendo informati i familiari dei connazionali.
Il Panpari Himal, situato nella remota regione occidentale del Nepal, è raramente scalato e si trova in un tratto accidentato dell’Himalaya che spesso è soggetto a condizioni meteorologiche imprevedibili. L’incidente è avvenuto mentre il ciclone Montha ha portato pioggia e neve diffuse in tutto l’Himalaya nepalese negli ultimi giorni, interrompendo i voli, le operazioni di soccorso e i programmi di trekking. Sagar Pandey, presidente dell’Associazione delle agenzie di trekking del Nepal, ha affermato che più di mille escursionisti e turisti hanno dovuto essere salvati da quando martedì sono iniziate le forti nevicate. “È stata una sfida perché le operazioni con gli elicotteri erano difficoltose a causa della scarsa visibilità”.
Il racconto della spedizione sui social
Stefano Farronato raccontava con entusiasmo sui social la spedizione:
“Siamo atterrati! Il primo respiro d’aria nepalese è un mix di incenso, spezie e pura adrenalina.
Ad accoglierci all’aeroporto… l’immancabile collana arancione 🌼 — simbolo di benvenuto, buon auspicio e, diciamolo, ufficiale inizio dell’avventura! Tra clacson, sorrisi e mille colori, #Kathmandu ci abbraccia con la sua energia unica.
Le prossime tappe? Ancora tutte da scoprire, ma una cosa è certa: il viaggio è appena cominciato… e promette emozioni forti!”
E ancora: “Più saliamo, più la valle si apre — ampia, silenziosa, autentica. I campi di orzo e grano saraceno disegnano trame di fatica e pazienza, ogni zolla curata con il rispetto di chi conosce i tempi della terra. Nei villaggi gurung, tra case di pietra e legno, fioriscono dalie e tagete dai colori accesi: qui la vita scorre lenta, serena, lontana dal turismo frettoloso”.
E, intanto, in una spedizione differente da quella al monte Panbari, ci sarebbe una vittima italiana, insieme ad altri sei escursionisti.
Secondo il Kathmandu Post un alpinista italiano è morto travolto da una valanga che si è abbattuta sul campo base della vetta dello Yalung Ri (5.630 metri) nella valle del Rolwaling, nel distretto di Dolakha, in Nepal.
Il sindaco di Bassano: speriamo che gli alpinisti dispersi siano al riparo
“In questo momento siamo vicini alla famiglia, l’augurio è che essendo entrambi alpinisti molto esperti possano essere riusciti a mettersi al riparo in qualche modo”. Lo dice all’Ansa il sindaco di Bassano del Grappa (Vicenza) Nicola Finco in riferimento alla mancanza di notizie da alcuni giorni sul Nepal del bassanese Stefano Farronato e del suo compagno di cordata. “Seguiamo con attenzione la vicenda, speriamo di avere al più presto buone notizie”, aggiunge Finco che rivela come Farronato sia molto conosciuto nella città del Grappa ma anche a Cassola, dove ha l’ufficio. “Stefano ha lavorato per il nostro Comune come tecnico forestale, lo aspettiamo al suo ritorno”, l’auspicio del primo cittadino di Bassano.
In salvo un terzo italiano, grazie a un malore
Un malore, accusato un paio di giorni fa, gli ha probabilmente salvato la vita. Valter Perlino, alpinista di Pinerolo, classe 1961, faceva parte della spedizione impegnata nella scalata del monte Panbari (6887 metri) in un’area remota del Nepal. Sabato avrebbe dovuto lasciare il campo base assieme ai compagni Stefano Farronato di Bassano del Grappa e Alessandro Caputo di Milano, per attaccare la vetta, ma ha dovuto rinunciare per le non buone condizioni di salute. Rimasto al campo base, è stato lui a lanciare l’allarme per i due compagni, sorpresi dalle nevicate e dal maltempo al “Campo 1” ad oltre 5.000 metri di quota, che ha improvvisamente colpito la zona. Risultano tuttora dispersi. Perlino è stato recuperato da un elicottero delle autorità nepalesi, mentre le ricerche dei due alpinisti proseguono Perlino, veterinario e alpinista per passione, ha alle spalle una lunga attività di alpinismo ed esplorazione. In passato aveva scalato l’Everest in solitaria, con tecnica alpinistica, il monte Denali in Alaska, il Cho Oyu assieme all’amico cuneese Sebastiano Audisio, oltre a compiere altri trekking tra Pamir ed Himalaya. Dieci anni fa, nel 2015, si trovava proprio in Nepal, sempre in compagnia di Audisio (era al campo base avanzato ad oltre cinquemila metri di quota dello Shisha Pagma) quando il Paese venne sconvolto dal terremoto di magnitudo 8.1. Ne uscì illeso.
FONTE: RAI.NEWS.IT

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