Fermano criminali pericolosi e si ritrovano con un avviso di garanzia: la battaglia del SAP per tutelare gli agenti in prima linea.
TARANTO – Un’operazione che ha portato al fermo dei presunti assassini del brigadiere Francesco Legrottaglie si trasforma in un paradosso per i due agenti della Polizia di Stato coinvolti. È stato infatti notificato un avviso di garanzia ai poliziotti che, nel corso di un rocambolesco inseguimento e conflitto a fuoco nelle campagne di Grottaglie, hanno fermato i due malviventi, uccidendone uno, il pregiudicato Michele Mastropietro, e catturando il complice Camillo Giannattasio.

Il pregiudicato Michele Mastropietro, deceduto nel conflitto a fuoco con i poliziotti
Il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP), tramite il suo Segretario Generale Stefano Paoloni, non ha esitato a esprimere profonda indignazione. “Hanno rischiato la vita per fermare pericolosi assassini, ora affrontano un’indagine e la carriera resta bloccata”, ha dichiarato Paoloni, sottolineando come l’avviso di garanzia sia scattato con la regolarità di un “orologio svizzero”, anche quando si tratta di chi interviene contro criminali armati.
Secondo il SAP, i due agenti hanno agito mettendo a repentaglio la propria incolumità per bloccare soggetti estremamente pericolosi, responsabili, secondo le accuse, dell’omicidio del militare. La notifica dell’avviso di garanzia, seppur formalmente intesa a tutelare i poliziotti garantendo loro la partecipazione a tutte le fasi dell’eventuale giudizio, comporta conseguenze immediate e significative: la carriera dei due agenti rimarrà congelata fino alla conclusione del procedimento penale.

Camillo Giannattasio, il commerciante incensurato catturato dalla Polizia
I due poliziotti, cinquantenni e in servizio con i Falchi del commissariato di Grottaglie, sono indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di Michele Mastropietro, l’autore materiale dell’omicidio del brigadiere Legrottaglie. L’avviso di garanzia, firmato dal pm Francesco Ciardo, è stato notificato in vista dell’autopsia sul cadavere del pregiudicato. Si presume che l’ipotesi della Procura sia quella di un eccesso colposo nell’uso delle armi. Tra le parti offese sono stati indicati i familiari di Mastropietro.
Per l’altro complice, Camillo Giannattasio, detenuto nel carcere di Taranto, le accuse sono ben più gravi: tentato omicidio, lesioni personali gravi e resistenza a pubblico ufficiale, per aver ferito uno degli agenti durante la sparatoria.
Sebbene il recente decreto sicurezza abbia introdotto un piccolo spiraglio di tutela, elevando l’anticipo delle spese legali per fatti di servizio da 5.000 a 10.000 euro per ciascuna fase del processo, il SAP chiede una profonda revisione normativa. Paoloni propone che, in presenza di circostanze come la legittima difesa, l’uso legittimo delle armi o l’adempimento del dovere, non scatti automaticamente l’avviso di garanzia. Si dovrebbe invece procedere a verifiche preliminari, con l’amministrazione che rappresenti formalmente gli agenti.
Il leader sindacale ha ribadito vicinanza e pieno sostegno ai due poliziotti, auspicando indagini rapide che ne confermino la condotta regolare. “Il Paese deve essere riconoscente verso chi rischia la vita per garantire la sicurezza di tutti. Chi adempie al proprio dovere non può essere trattato come un imputato, ma deve essere sostenuto e valorizzato”, ha concluso Paoloni, evidenziando la necessità di riconoscere il valore del sacrificio e del coraggio quotidiano delle forze dell’ordine.
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