Dopo il vertice convocato da Igor Taruffi, su mandato di Elly Schlein, è ripreso il dialogo tra il governatore in carica e il candidato presidente in pectore alle elezioni di metà novembre. Con una certezza: i dem non rinunciano a Decaro
Un candidato presidente di Regione che non sia Antonio Decaro? «Fantapolitica». Nel Partito democratico è categorica la bocciatura di un piano B nel caso in cui la disputa tra l’europarlamentare e il governatore in carica Michele Emiliano, intenzionato a candidarsi con il suo predecessore Nichi Vendola al Consiglio regionale, non si risolva.
Il partito non intende rinunciare a Decaro perché, come confermato dai sondaggi informali che fioccano in queste settimane, consegnerebbe al centrosinistra una agile vittoria. Il pressing su Emiliano per indurlo al passo indietro cresce ma con cautela. Perché appare altrettanto chiaro che il Pd non intende rinunciare nemmeno al presidente uscente, e tantomeno vuole offendere la storia politica e istituzionale dell’ex magistrato.
Dal Nazareno, si apprende che il vertice convocato lunedì a Bari da Igor Taruffi, su richiesta della segretaria nazionale Elly Schlein, ha ricostruito le basi per una soluzione tutta pugliese. Ovvero: il dialogo tra Decaro e Emiliano è ripreso e si confida nel fatto che, come accaduto negli ultimi 20 anni, riescano a individuare da soli la soluzione.
Da Roma si manterrà alta l’attenzione offrendo il sostegno necessario, ma ora c’è margine per ipotizzare che forzature nazionali non serviranno. Le strade potrebbero essere due: una prevede la permanenza in Puglia di Emiliano, offrendogli nuovamente un assessorato esterno nella giunta Decaro. Ipotesi già scartata dal governatore ma che, alla luce dei nuovi sviluppi, potrebbe essere rivalutata. La seconda, con la regia del Nazareno, potrebbe mettere sul piatto un incarico nazionale di rilievo e nelle corde del presidente. Entrambe temporanee giacché è già assodata la possibilità per Emiliano di candidarsi al Parlamento nel 2027.
Che la pressione su Emiliano sia destinata a salire appare ormai inevitabile. Lo dicono i maggiorenti del Pd pugliese: «Si è arrivati tardi alla mediazione, bisognava parlare con Emiliano sei mesi fa. Qualcuno, adesso, ne uscirà necessariamente un po’ ammaccato e non potrà essere Decaro. Ma nessuno potrà e vorrà nemmeno fare a meno del peso politico di Michele».
fonte: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
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