In arrivo una revisione strutturale del sistema edilizio italiano per garantire uniformità, chiarezza e maggiore efficienza nelle pratiche di sanatoria e nel contrasto agli abusi
di Redazione
ROMA (EN24) – Il panorama dell’edilizia in Italia si appresta a subire una significativa trasformazione grazie all’approvazione di un disegno di legge delega di riforma del Testo unico edilizio, ormai prossimo all’approdo in Consiglio dei ministri. La proposta, confermata da autorevoli fonti quali il vicepremier Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture Elena Griglio, mira a superare le criticità derivanti dalle differenze interpretative e applicative delle norme edilizie tra le Regioni, introducendo criteri unici di riferimento a livello nazionale.
Attualmente, ogni Regione italiana definisce autonomamente i parametri per classificare le difformità rispetto ai titoli edilizi, creando un quadro frammentato e spesso ambiguo. Questa situazione ha causato recenti problematiche nell’applicazione del decreto Salva Casa, complicando l’operato delle amministrazioni e generando incertezze per cittadini e professionisti del settore.
Il nuovo disegno di legge si propone di stabilire standard condivisi per l’individuazione delle difformità, fissando criteri univoci che permettano di distinguere facilmente tra abusi e variazioni conformi. In tal modo, si mira a rendere più trasparenti e certe le procedure di sanatoria, favorendo la regolarizzazione di interventi realizzati prima dell’entrata in vigore di leggi più recenti, come quella n. 765/1967, considerata come un “anno zero” per l’edilizia.
Un altro aspetto cruciale del disegno di legge riguarda l’assetto delle competenze tra Stato e Regioni. L’obiettivo è definire con maggiore precisione i limiti dell’azione regionale, chiarendo le disposizioni statali non derogabili e i livelli essenziali di prestazioni edilizie, al fine di prevenire sovrapposizioni e contraddizioni normative.
Particolare attenzione è rivolta alle sanatorie, spesso fonte di divergenze tra quanto autorizzato dal Comune e quanto effettivamente realizzato in cantiere. Le differenze nelle soglie di difformità sanabile, variabili da regione a regione, vengono considerate un ostacolo all’efficienza e alla certezza del diritto. La riforma propone di uniformare le definizioni di variazioni essenziali e di stabilire standard nazionali per l’individuazione e la classificazione delle violazioni edilizie.
Il disegno di legge delega prevede inoltre di fissare a livello nazionale le tipologie di difformità edilizia e le modalità di riconoscimento delle sanatorie, prevedendo standard condivisi che possano guidare le autorità locali e professionisti del settore. Ciò contribuirà a ridurre le incertezze interpretative e a garantire un’applicazione più uniforme delle norme, facilitando anche il rispetto delle procedure e il rispetto delle normative urbanistiche.
In definitiva, questa riforma rappresenta un passo importante verso un sistema edilizio più trasparente, coordinato e meno soggetto a divergenze regionali, con benefici concreti per cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche. La sfida ora è superare le complessità burocratiche e attuare efficacemente le nuove disposizioni, per costruire un’edilizia più ordinata e sostenibile nel lungo termine.

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