“Ho solo fatto il mio dovere.” Il racconto in prima persona di un gesto straordinario a diecimila metri di altezza.
di Redazione
ROMA (EN24) – Lo scorso marzo, un viaggio intercontinentale si è trasformato in un’emergenza medica a 10.000 metri di altitudine. Durante un volo Delta Air Lines da Roma a Atlanta, un giovane medico di Taranto, il dottor Valentini, si è distinto per il suo sangue freddo e la sua professionalità, salvando la vita a una passeggera americana. Abbiamo avuto l’opportunità di intervistarlo per farci raccontare l’accaduto.
Dottor Valentini, su quel volo si è reso protagonista di un gesto straordinario. Cosa è successo?
«Durante il volo, una passeggera americana di 59 anni ha avuto una Sindrome Coronarica Acuta (SCA), un’emergenza che richiede un intervento immediato. Sono stato chiamato dal personale di bordo e mi sono subito offerto per aiutarla.»
Ci descriva l’atmosfera di quel momento. Che emozioni ha provato, e come le ha gestite?
«Dal primo momento in cui il personale di bordo ha lanciato l’allarme, sono rimasto freddo e concentrato. La passeggera era ovviamente molto spaventata e in preda al dolore, preoccupata anche perché non c’era un ospedale nelle vicinanze. Intorno a noi, si respirava molta tensione, specialmente tra il personale di bordo, che non sapeva come agire. La situazione si è distesa solo quando le condizioni della paziente si sono stabilizzate. In questi casi, agire sullo stato mentale è già una forma di terapia, non solo per il paziente.»
Come sono cambiate le sue sensazioni nel tempo e dopo la risonanza mediatica una volta rientrato in Italia?
«Sono rimasto concentrato per tutto il tempo e ho provato una grande felicità nel vedere che la passeggera stesse bene dopo il mio intervento. Una volta tornato in Italia, sono stato molto contento nel constatare che l’episodio ha toccato il cuore delle persone ed è stato riconosciuto come un esempio di professionalità e preparazione. Ho sempre cercato di non lasciare nulla al caso durante i miei studi, preparandomi ad agire in qualsiasi situazione come medico. In un certo senso, non riesco ancora a rendermi conto di tutto ciò, perché so che la mia carriera è appena all’inizio e ho ancora molto da imparare. Tuttavia, questo rimarrà un ricordo indelebile e uno stimolo a fare sempre meglio. Sono anche molto contento e grato che la notizia abbia attirato l’attenzione dei rappresentanti della sanità, come il Sottosegretario alla Salute, l’On. Marcello Gemmato, che ho avuto l’occasione di conoscere di persona».
Perché si trovava su quel volo? Ha già avuto esperienze all’estero?
«Ero su quel volo per un colloquio di lavoro negli Stati Uniti. Mi piacerebbe fare ricerca in ambito chirurgico per lo sviluppo di nuove procedure e approcci. Il mondo scientifico è in continua evoluzione, e vorrei dare il mio contributo. Sono aperto alle esperienze e mi piacerebbe molto farne una all’estero di lunga durata, dopo quelle più brevi che ho già avuto in Polonia, Germania e Ungheria. Queste esperienze mi hanno permesso di crescere e acquisire nuove conoscenze, e ho conosciuto molte persone con cui sono ancora in contatto.»
Ha ricevuto dei riconoscimenti ufficiali dopo l’accaduto?
«Sì, ho ricevuto un encomio dall’Ordine dei Medici di Taranto e un riconoscimento al Consiglio Nazionale delle Ricerche. Sono onori per cui esprimo la mia più profonda gratitudine.»
Cosa direbbe a un giovane che sogna di diventare medico?
«Gli direi di impegnarsi il più seriamente possibile e di esplorare il mondo della medicina e della ricerca per avere le idee chiare sul proprio futuro. Ma gli direi anche di godersi il percorso, di non farsi sopraffare dai momenti difficili e di dedicare tempo a sé stesso e alle proprie passioni. È un consiglio che darei al me stesso di qualche anno fa.»
Ci parli un po’ di lei, fuori dal lavoro.
«Sono un ragazzo semplice, amo la natura e viaggiare. Mi piace conoscere nuove persone e creare dei rapporti autentici. Le mie passioni sono la danza, il canto rap e la batteria: mi aiutano a superare i momenti difficili e a creare nuovi ricordi. Anche lo sport e la musica mi hanno insegnato l’importanza dell’impegno per raggiungere un obiettivo, sviluppando in me resilienza e creatività.»
Ha avuto modo di risentire la passeggera?
«Purtroppo, una volta atterrati ad Atlanta, avevo una coincidenza e non ho potuto fermarmi. Ma mi piacerebbe molto risentirla per farci una chiacchierata in un momento più tranquillo.»
Grazie, Dottor Valentini, le auguriamo il meglio per la sua carriera.
«Grazie a voi. Spero che le mie parole possano essere di stimolo per qualcuno, e spero di continuare a fare sempre meglio!»
Be the first to comment on "Salva una vita su volo aereo. L’intervista esclusiva al medico pugliese Nicolò Valentini."