SCATINA (FDI) «Questa legge elettorale è aberrante»

di ALESSANDRA COLUCCI

BARI. Tommaso Scatigna, consigliere regionale uscente, riconfermato per Fratelli d’Italia nel collegio di Bari, con pochissimi meno di 12mila preferenze, primo degli eletti. Come si sente?

«Mi sento come un leone. Questa vittoria è il consolidamento territoriale di un impegno costante, che non si può ridurre alla campagna elettorale ma che parte da trent’anni fa. Si tratta di rappresentare un territorio del quale mi sono sempre occupato, attraversando tutti i ruoli che ho avuto l’onore di ricoprire. Anche quando ero sindaco, venivo chiamato a risolvere problemi di altre città e territori anche lontani dal mio. Ho una storia politica fatta di coerenza e questo è indiscutibile. Sono nato a destra, vivo a destra e morirò, mi auguro il più tardi possibile, a destra. Il mio è un presidio perenne di chiarezza e coerenza. Credo sia stato premiato anche questo mio modo di fare.»

Sta dicendo che è stata fatta una grande sintesi intorno al suo nome?

«È stato rivitalizzato un elettorato stanco, intorno alla mia figura e sono arrivati i risultati. Tra le altre cose, ho preso 120 voti a Martina Franca, che, però, è nel collegio di Taranto.»

Su cosa si focalizzerà la sua azione nei prossimi cinque anni in Gentile?

«Prima di tutto vorrò fortemente impegnarmi nella battaglia contro il trasformismo, nella quale credo tanto. Mi auguro che questa legislatura non veda questo fenomeno o comunichi come veda il meno possibile. Mi batterò anche per le battaglie identitarie, sociali,**

per dar voce alle persone più deboli, più fragili e, in questo senso, penso agli anziani, ai disabili, a chi non ha santi in Paradiso. E poi mi concentrerò particolarmente sulla sanità periferica, sul trasporto pubblico locale e sulle infrastrutture dei territori che danno tanto a livello turistico e di immagine, ma che non ricevono contributi.»

Lei ha vinto, ma il centrodestra ha perso. Come si spiega il fatto che, per la quinta volta consecutiva, il centrodestra sta commentando una sconfitta?

«Io non ho vinto da solo. E credo che abbia perso la Puglia».

Cosa manca al centrodestra per vincere?

«Manca il far tornare le persone a votare con convinzione o manca anche una legge che regolamenti il voto, come accade in altri Paesi».

Ovvero?

«L’obbligo del voto. Qualche giorno fa, parlavo con un anziano che mi raccontava che, in passato, per entrare nei Carabinieri, si allegava il certificato elettorale dei familiari. Era una conditio sine qua non. È vero che sono cambiati i tempi, ma perché non tornare a quei tempi?».

Come giudica la legge elettorale attualmente in vigore in Puglia?

«Dal punto di vista politico e da quello umano la ritengo aberrante. C’è gente che è rimasta fuori con 23mila voti, come Lucia Parchitelli, del Pd. La vedo come una manipolazione territoriale. Con lei ho sempre avuto un ottimo rapporto, una grandissima interloquizione, anche se su fronti diversi. Il territorio di Lucia Parchitelli, che poi è anche il mio, ha scelto, si è manifestato, e si è schierato con lei. Ed è un vero peccato che 23mila persone che hanno scritto un nome non siano rappresentate.»

A chi dedica questa vittoria?

«La dedico a mia figlia, che ha 13 anni.»

 

Fonte: GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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