Un mandato lampo di poco più di un mese si conclude con un addio inatteso, motivato da “inagibilità politica” e tensioni sull’ex Ilva.
di Redazione
Taranto, 28 luglio 2025 – Un fulmine a ciel sereno squarcia la già complessa scena politica tarantina: il sindaco Piero Bitetti, eletto lo scorso giugno e in carica da poco più di un mese, ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato. La decisione, inaspettata e dal forte impatto, sarebbe maturata a seguito di crescenti tensioni e di quella che lo stesso primo cittadino ha definito una condizione di “inagibilità politica”. Al centro della vicenda, l’intricata e spinosa questione dell’ex Ilva e il controverso accordo di programma inter-istituzionale.
La serata di lunedì 28 luglio è stata cruciale. Bitetti aveva incontrato nel tardo pomeriggio i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e della società civile per discutere proprio dell’accordo sull’ex Ilva, un tema che infiamma la città e che avrebbe dovuto essere all’ordine del giorno del consiglio comunale monotematico previsto per mercoledì 30 luglio. Nel frattempo, piazza Castello, antistante il Municipio, era gremita di cittadini manifestanti, palesemente contrari all’intesa.
Secondo le ricostruzioni, subito dopo l’incontro a Palazzo di Città, un gruppo di manifestanti avrebbe fatto irruzione nell’androne del Municipio, bloccando il portone e impedendo al sindaco di allontanarsi. La contestazione è salita di tono, con slogan e momenti di tensione che avrebbero preso di mira anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Il primo cittadino si è ritrovato letteralmente assediato.
È in questo contesto di forte pressione e presunte intimidazioni che Piero Bitetti, espressione del movimento politico “Con” vicino al governatore Emiliano e sostenuto dal Partito Democratico, avrebbe maturato la drastica decisione. La lettera di dimissioni, depositata all’Ufficio Protocollo, denuncia esplicitamente una condizione di “inagibilità politica” venutasi a creare anche a seguito di atteggiamenti ritenuti minacciosi da parte di alcuni attivisti. Il sindaco stesso ha dichiarato di aver ricevuto minacce legate al dossier Ilva, non sentendosi più nelle condizioni di esercitare il suo ruolo.
La decisione di Bitetti riapre ora la partita sull’accordo di programma per la riconversione dello stabilimento siderurgico di Taranto. L’accordo, la cui firma è in programma il 31 luglio a Roma al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza del ministro Adolfo Urso, rischia seriamente di saltare.
Il sindaco ha ora venti giorni per ritirare le dimissioni, ma l’aria che si respira a Taranto è pesante e la crisi politica appare profonda, con la città che si trova ancora una volta di fronte a un futuro incerto, appeso alle sorti di uno stabilimento che continua a dividere e a infiammare gli animi.
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