Il coordinatore di Fratelli d’Italia accusa i pentastellati di strumentalizzazione politica e “memoria selettiva” riguardo la realizzazione della nuova infrastruttura.
A Taranto, il dibattito sul nuovo Ponte Girevole si trasforma in un aspro scontro politico, con il Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia che si contendono la paternità e i meriti legati alla realizzazione dell’infrastruttura. Al centro della polemica, le dichiarazioni dell’onorevole Dario Iaia, accusato dai pentastellati di attribuirsi successi non propri.
Il Movimento 5 Stelle di Taranto ha lanciato un attacco frontale a Iaia, contestandone le rivendicazioni sul nuovo Ponte Girevole. In una nota, i pentastellati hanno accusato Iaia di “vuoti di memoria“, suggerendo che si attribuisca meriti su progetti le cui radici affondano altrove. A loro avviso, le risorse per l’opera erano già disponibili grazie al lavoro del Governo Conte II, e il ruolo di Iaia si sarebbe limitato a una “rimodulazione tecnica delle risorse” per adeguare l’infrastruttura alle future linee BRT. Un intervento “doveroso e utile“, ma non sufficiente “a riscrivere la storia del progetto“. Il M5S ha inoltre tirato in ballo un episodio analogo relativo alla Soprintendenza nazionale per il patrimonio subacqueo, mantenuta a Taranto per volontà del Governo Conte II. In chiusura, un invito a Iaia a “trovare nuove risorse per finanziare altri progetti, dato che in questi tre anni di Governo Meloni stiamo a zero. Il periodo delle autocelebrazioni è finito. Taranto merita rispetto“.
La replica di Fratelli d’Italia: “Opera sbloccata grazie alla nuova governance del CIS”
La risposta di Fratelli d’Italia non si è fatta attendere. Gianluca Mongelli, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, ha replicato duramente alle accuse del M5S, accusando i pentastellati di distorcere i fatti per meri fini di visibilità.
Mongelli ha sottolineato come il Movimento 5 Stelle “viva di fantasie e populismo, intervenendo spesso senza conoscere la realtà dei fatti“. In particolare, ha precisato che la firma del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) per Taranto risale al 30 dicembre 2015, ben prima del Governo Conte II. Il coordinatore di FdI ha difeso l’operato dell’onorevole Iaia, nominato dal Governo Meloni come Responsabile Unico del CIS. Ha ribadito che Iaia “non ha mai rivendicato alcuna paternità sull’opera”, ma si è distinto per il “lavoro di sblocco e accelerazione degli interventi incagliati”, in collaborazione con soggetti attuatori come la Marina Militare e il Comune di Taranto.
L’attacco di Mongelli al M5S è stato particolarmente incisivo, accusando i pentastellati di “sollevare polemiche inutili nel tentativo di arginare il proprio calo di consensi“. Ha evidenziato come Iaia stia “lavorando per risolvere criticità ignorate dai governi precedenti“. Un punto cruciale sollevato da Mongelli è la mancanza di fondi sufficienti per completare l’opera, con ulteriori 15 milioni di euro necessari, che Iaia starebbe cercando di reperire insieme alla Marina Militare. La sua chiusura è un affondo politico diretto, augurandosi che la “memoria selettiva” aiuti a “dimenticare l’infausta parentesi dei governi a guida M5S, responsabili solo di disastri e immobilismo“.
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