Taranto, si incrina già la maggioranza di Bitetti: crepe evidenti prima ancora di iniziare

11 consiglieri frenano sul futuro dell’ex Ilva, chiedendo al sindaco di rinviare la firma dell’accordo per un dibattito in Consiglio comunale.

(EN24) A poche ore dall’incontro cruciale di oggi al Mimit tra il ministro Adolfo Urso, la Regione Puglia, gli enti locali di Taranto e l’Autorità Portuale, la situazione attorno alla decarbonizzazione dell’ex Ilva si complica ulteriormente. Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, del centrosinistra, si trova davanti a un bivio inaspettato, con la possibilità che la firma sull’accordo di programma, presentato ieri dal Governo in bozza, slitti o venga rimandata.

La bozza governativa prevede due scenari distinti, con o senza gli impianti di Dri (preridotto) a Taranto e una nave di rigassificazione a supporto, oltre ai nuovi forni elettrici. Mentre un preaccordo sulla decarbonizzazione e sui forni elettrici, con un approfondimento successivo sull’approvvigionamento del gas (e la controversa nave di rigassificazione), sembrava un’ipotesi praticabile fino a ieri sera, un “colpo di freno” inatteso è arrivato dalla stessa maggioranza del sindaco.

Nella notte scorsa, un gruppo di 11 consiglieri di maggioranza, esponenti di PD, Demos, AVS, Con (movimento vicino al governatore pugliese Michele Emiliano), Partito Liberal Democratico, Democrazia Cristiana e Unire Taranto, ha indirizzato una lettera al sindaco Bitetti, eletto a giugno e insediato da circa venti giorni. La richiesta è chiara: “riportare la scelta della adesione ad un eventuale accordo, ad un dibattito democratico nella assise consiliare e rimandare la decisione della firma dello stesso agli esiti di questo dibattito“.

Questo passo indietro da parte di una fetta significativa della maggioranza solleva immediatamente interrogativi sulla tenuta politica del neo-sindaco, suggerendo un chiaro sentore di crisi all’interno dell’amministrazione appena insediata. Le crepe si evidenziano ancor prima che la maggioranza possa realmente mettersi alla prova.

La richiesta, infatti, non è una semplice sollecitazione, ma un vero e proprio atto politico che mette in discussione la leadership del sindaco su un tema di vitale importanza. Il tempismo, a poche ore da un vertice cruciale, è devastante, poiché indebolisce la sua posizione negoziale e la sua autonomia decisionale. Il fatto che ben 11 consiglieri di diverse liste si siano uniti in questa richiesta sottolinea la trasversalità e la profondità del malcontento, o almeno del desiderio di maggiore condivisione.

Normalmente, una maggioranza appena formata dovrebbe dimostrare compattezza e fiducia nel proprio leader, specialmente su questioni così centrali per il futuro della città. Questa azione suggerisce invece una sfiducia nel processo decisionale in atto o una profonda esigenza di maggiore inclusione e dibattito pubblico sul futuro dell’ex Ilva. È un segnale che le tensioni interne e le diverse sensibilità politiche potrebbero non essere state completamente appianate durante la fase di formazione della giunta, e ora emergono prepotentemente.

Gli 11 consiglieri firmatari sottolineano la complessità del tema, che non può essere ridotto a una mera discussione tra ruoli istituzionali, ma che sottende un “ribaltamento di responsabilità tra chi non vive in questa città e i suoi cittadini“. Hanno voluto rassicurare il sindaco Bitetti, affermando: “Non sei solo. Siamo al tuo fianco, pronti a contribuire con senso civico e spirito costruttivo a quel cambio di rotta che la nostra comunità attende da troppo tempo.

Per questo motivo, ritengono “fondamentale che nulla debba essere firmato e che ogni decisione su questioni di così grande rilevanza venga rimandata e discussa a Taranto, in Consiglio comunale, affinché sia condivisa, ben vagliata e davvero orientata a una svolta strutturale, giusta e sostenibile.” La discussione, aggiungono i consiglieri, deve mettere al centro “la salvaguardia occupazionale, il diritto alla salute, la tutela ambientale e una riconversione economica capace di generare lavoro pulito, duraturo e sicuro. Non accetteremo più che si continui a contrapporre lavoro e vita, industria e dignità, sviluppo e giustizia.

La richiesta della maggioranza è quella di “scrivere insieme una nuova pagina per Taranto“, abbandonando “ambiguità e compromessi al ribasso” per unire istituzioni, cittadinanza e forze sociali in un “progetto di rinascita ecologica, occupazionale e culturale”.

I consiglieri firmatari sono: Antonio Lenti (AVS), Gianni Liviano (Demos), Patrizia Boccuni (Unire Taranto), Giandomenico Vitale (Unire Taranto), Antonio Quazzico (Partito Liberal Democratico), Nicola Catania (Democrazia Cristiana), Enzo Di Gregorio (Pd), Virginia Galeandro (Pd), Patrizia Mignolo (Con), Vittorio Mele (Con) e Luca Contrario (Pd).

Con questa presa di posizione così netta, il sindaco Bitetti si trova ora di fronte a una complessa trattativa interna prima ancora di quella con il Governo. La giornata di oggi al Mimit sarà dunque cruciale non solo per il futuro dell’ex Ilva, ma anche per capire le dinamiche politiche all’interno della neonata amministrazione tarantina e se questa “fronda” possa essere il preludio a una maggiore instabilità.

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