Tensione in Gaza: il rischio di escalation cresce tra raid e accuse di violazioni

Netanyahu ordina attacchi pesanti nonostante le frenate degli Stati Uniti, mentre la fragile tregua si sgretola sotto i colpi delle violenze

di Redazione

(EasyNews24) – La situazione a Gaza si fa sempre più tesa, con la possibilità di una nuova escalation militare che mette a rischio il fragile cessate il fuoco raggiunto pochi giorni fa. Nella notte tra Rafah, Khan Yunis e Gaza City, le esplosioni e i raid dell’IDF (Forze di Difesa israeliane) hanno causato almeno 30 vittime, secondo la Difesa civile palestinese, mentre le macerie seppelliscono vite innocenti e alimentano un clima di crescente insicurezza.

Le tensioni sono aumentate già al mattino, quando Israele ha accusato Hamas di aver consegnato i resti di un ostaggio, il giovane Ofir Tzarfati, rapito e ucciso nel novembre 2023. L’IDF ha diffuso un video che mostra uomini in abiti civili con passamontagna, che sotterrano resti umani in un quartiere sotto controllo israeliano, presentandoli come parte di un nuovo ostaggio. Netanyahu ha definito questa scena una «chiara violazione» dell’accordo di cessate il fuoco, che prevedeva la restituzione degli ostaggi rimasti a Gaza.

Nel pomeriggio, si sono verificati scontri tra militari israeliani e miliziani di Hamas a Rafah. Un’imboscata tesa dai gruppi armati ha causato risposte pesanti da parte dell’IDF, che ha risposto con colpi di artiglieria. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha annunciato una risposta dura, mentre Hamas ha negato ogni coinvolgimento nella sparatoria, accusando Israele di violare l’accordo e chiedendo l’intervento dei mediatori internazionali.

Nonostante le tensioni, gli Stati Uniti hanno cercato di frenare la spirale di violenza, con il vicepresidente J.D. Vance che ha dichiarato di credere nel mantenimento del cessate il fuoco, anche se ammette che potrebbero verificarsi «piccole scaramucce». Tuttavia, l’episodio di Rafah ha riacceso i timori di un’escalation incontrollata, come già accaduto in passato, con due soldati israeliani uccisi a ottobre e pesanti bombardamenti israeliani in risposta.

Un tema che aggrava la crisi è la controversa gestione delle salme e degli ostaggi. Hamas avrebbe dovuto restituire la salma di un altro ostaggio, ma ha rimandato l’operazione. La ricerca dei corpi diventa un ostacolo centrale alla ripresa del piano di pace promosso dall’amministrazione Trump, volto al disarmo di Hamas e alla ricostruzione dell’enclave. Israele ha impedito l’accesso di specialisti turchi, autorizzando invece squadre egiziane che scavano nelle zone di Khan Yunis, sotto l’osservazione di miliziani Hamas, nel tentativo di recuperare altri ostaggi e resti umani.

Un video diffuso da un drone militare israeliano mostra scene inquietanti: tre miliziani di Hamas che seppelliscono resti umani e fingono di aver trovato un corpo, consegnandolo poi al Comitato internazionale della Croce Rossa. Questa manipolazione ha scatenato la furia di Israele, che considera tali azioni come un tentativo di inganno e un grave tradimento degli accordi di pace.

Le famiglie degli ostaggi, ormai esasperate, chiedono che Israele blocchi l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza fino a quando non ci saranno progressi concreti nel ritorno delle salme. La pressione interna e internazionale si scontra con le esigenze di sicurezza e di politica, mentre la tensione continua a salire, rischiando di trasformare un fragile cessate il fuoco in una nuova escalation di violenza.

Be the first to comment on "Tensione in Gaza: il rischio di escalation cresce tra raid e accuse di violazioni"

Leave a comment