Trump-Putin, un’ora al telefono. Il Cremlino: «Non arretriamo»

Il leader ucraino in Danimarca, l’Europa promette armi. La replica: «Servono anche i mezzi statunitensi»

di Marta Serafini

I negoziati per la pace in Ucraina proseguiranno ma il presidente russo Vladimir Putin non si sposta dalle sue posizioni e ribadisce. «Non rinunceremo ai nostri obiettivi, occorre eliminare le cause di fondo del conflitto». Sono pochi i dettagli trapelati sulla telefonata di oltre un’ora che il capo del Cremlino ha avuto ieri con il presidente statunitense. Sul tavolo anche il dossier mediorientale e in particolare quello iraniano, mentre per oggi è previsto che Trump parli anche con Volodymyr Zelensky dopo lo stop Usa all’invio di armi a Kiev.

Messo sempre più alle strette dalle aperture di Washington a Mosca, il leader ucraino ieri è arrivato ad Aarhus, in Danimarca, in occasione dell’inizio del semestre di presidenza guidata da Copenaghen per una visita che permette a Kiev di incassare almeno nuove assicurazioni sul sostegno militare dell’Europa. La premier danese Mette Frederiksen, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo António Costa hanno assicurato che il sostegno dell’Europa non viene meno dopo lo stop agli aiuti militari di Washington.

Von der Leyen ha invitato con una certa nettezza gli Stati membri ad attivare Safe, lo strumento pensato per i progetti comuni nella difesa europea. Progetti nei quali Kiev entrerà con pieno diritto. «Safe serve anche a difendere l’Ucraina», ha sottolineato. Copenaghen, dal canto suo, ha certificato che farà da apripista ad una iniziativa che nei prossimi mesi potrebbe prendere quota: permettere alle aziende ucraine di produrre armi nei singoli Paesi dell’Ue.

Eppure è stato lo stesso Zelensky ad ammettere che non basterà. «Contiamo sul continuo sostegno degli Usa, perché ha certi mezzi che l’Europa non ha, come i missili Patriot», ha spiegato il presidente ucraino. Un concetto che anche a Bruxelles è molto chiaro. Se gli Usa fermassero l’invio di armi — cosa che, secondo il Wall Street Journal, è effettivamente accaduta in Polonia nelle scorse ore — ciò rappresenterebbe «un serio passo indietro per l’Ue e per la Nato», ha detto Frederiksen.

Il punto, per l’Ue, è che i continui cambi di strategia di Trump rendono gli Usa un alleato inaffidabile anche sul fronte ucraino. Lo stop alle armi «è un segnale affinché aumentino i nostri sforzi», ha avvertito von der Leyen. D’altra parte l’Ue è convinta di non avere scelta perché «Putin non vuole la pace e non vuole fermarsi». E ad Aarhus nessuno si è fatto troppe illusioni sulla nuova telefonata tra Trump e Putin. «Non so se possono avere molte idee in comune. In Russia decide solo Putin, per questo serve un vertice ad alto livello», ha sottolineato Zelensky derubricando l’impatto di eventuali altri colloqui ai minimi risultati raggiunti a Istanbul, dove Mosca e Kiev sono riuscite a mettersi d’accordo solo sullo scambio dei prigionieri.

In Italia prosegue il dibattito sulla spesa militare. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani in audizione alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato insieme al ministro della Difesa, Guido Crosetto, parla degli esiti del vertice Nato dell’Aia rimarcando che il raggiungimento dell’obiettivo del 5%« del Pil per la difesa «sarà comunque graduale e compatibile con i vincoli di bilancio. Nessun euro verrà sottratto alla sanità, all’istruzione o alla spesa sociale. E nessun euro verrà tolto ai Fondi di coesione».

Sul campo continua la guerra. Le autorità locali hanno intanto affermato che due persone sono rimaste uccise e tre ferite nell’attacco con un missile balistico russo sulle strutture portuali di Odessa. Sempre sul Mar Nero cinque persone sono rimaste ferite in un bombardamento notturno che ha colpito un edificio residenziale. Tra di loro, un bambino di sette anni e una bambina di nove, intossicati dal fumo. La testata Ukrainska Pravda riferisce poi che altre due persone sono state uccise e 11 ferite dai droni sulla città di Poltava.

 

 

 

FONTE: CORRIERE.IT

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