Il presidente americano incontra Zelensky all’Onu e cambia radicalmente posizione. Droni sugli aeroporti, Copenaghen accusa Mosca
ODESSA – Kiev può riconquistare tutto il territorio sottratto dalla
Russia. È una giravolta a 180 gradi quella di Donald Trump che parla di un ritorno dell’Ucraina alla sua forma territoriale originaria come di un’opzione possibile per Kiev «con il sostegno dell’Ue e dalla Nato». Parole inattese quelle del presidente statunitense pubblicate su Truth in un lungo, ripetitivo e a tratti sconnesso post, al termine dell’incontro con Volodymyr Zelensky a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Un’ora di faccia a faccia — il quarto da quando The Donald è tornato alla Casa Bianca. Ma in un clima decisamente migliore rispetto alla prima volta nello Studio Ovale, quando il padrone di casa disse all’ospite «non hai più carte da giocare».
Oggi, per Trump, Zelensky è «un grande uomo», «un game changer». Se di Putin invece ci si possa fidare o meno «vi dirò tra un mese», mentre la Russia è una «tigre di carta». Ringrazia, il leader di Kiev. E lo fa rivolgendosi sia a The Donald che alla first lady statunitense per il suo
coinvolgimento nel rientro a casa dei bambini ucraini rapiti dai russi. Un «grande cambiamento», la posizione del suo interlocutore, che porta il presidente ucraino a mostrare ottimismo parlando di «buone notizie» dal fronte dove le sue truppe «sono avanzate di circa 360 chilometri nelle ultime
settimane». Parole cui Putin risponde pochi minuti dopo la fine del faccia a faccia con una pioggia di fuoco su Kharkiv.
Sul tavolo, oltre che le rassicurazioni arrivate dalla Casa Bianca sul sostegno agli alleati («continuerò a fornire armi alla Nato perché ne facciano
quello che vogliono»), continua a dominare la questione degli attacchi russi all’Europa. «I do» è la risposta di Trump alla domanda se pensi che i Paesi Nato debbano abbattere gli aerei russi che violano il loro spazio aereo, in seguito a tre incursioni di droni o caccia russi nel territorio dell’Alleanza in meno di due settimane.
Un quadro nel quale l’Ue assicura compattezza e fermezza, con Ursula von der Leyen che promette: «Risponderemo alle minacce con forza e determinazione». E in cui mette da parte la prudenza la premier danese Mette Frederiksen che, dodici ore dopo quello che lei stessa ha definito «il più grave attacco alle infrastrutture critiche della Danimarca», punta il
dito contro Mosca. Non lo fa con la stessa determinazione usata poco prima da Zelensky, ma cerca di mantenersi nel campo delle possibilità, mentre la polizia e l’esercito danesi indagano sulle origini dei droni che hanno paralizzato per quattro ore il traffico aereo su Copenaghen e poi quello su
Oslo. Una questione su cui, dalla base estone di Amari dove operano 400 militari italiani impegnati nell’operazione di air policy Baltic Eagle III, interviene il ministro della Difesa Guido Crosetto che, descrivendo le provocazioni russe come un tentativo di Mosca di distogliere l’attenzione da quanto sta accadendo in Ucraina in vista dell’inverno, mette l’accento sul rafforzamento della difesa europea.
fonte: CORRIERE.IT
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