Un conflitto infinito: presentazione di un volume che racconta la storia e le sfide della Palestina arabo-israeliana a Grottaglie

Anna Sturino e Cosimo Rodia

L’evento, organizzato dall’associazione Utopia e Interzona News, ha approfondito le radici storiche e le complessità politiche del conflitto israelo-palestinese, offrendo spunti di riflessione sulla pace e la mediazione internazionale.

di Redazione

Nella suggestiva cornice del finissage “Violini d’autunno”, l’associazione Utopia, in collaborazione con Interzona News, ha presentato il volume “Un conflitto infinito – Racconto della Palestina arabo-israeliana” di Cosimo Rodia, pubblicato da G.C.L. Edizioni nel 2025. L’evento, svoltosi sabato 25 ottobre alle ore 18.30 presso la sede di Utopia in via Ponchielli a Grottaglie, ha rappresentato un momento di approfondimento e riflessione sulla complessità di uno dei conflitti più duraturi e intricati del mondo.

Dopo l’introduzione di Gabriella Rodia, i saluti del presidente dell’Associazione, Ciro Petrarulo, dell’editore Gian Carlo Lisi, della DS Lucia Calò, ha preso la parola Anna Sturino, Dirigente Scolastico del Liceo “G. Moscati” di Grottaglie che ha sottolineato come ogni narrazione storica non possa essere mai neutra, evidenziando l’importanza di un uso consapevole e rigoroso delle fonti, e ha posto l’accento sulla necessità di approcci mediatori di fronte alle guerre, richiamando anche le riflessioni di Hobbes sul conflitto intrinseco alla condizione umana.

L’autore Cosimo Rodia ha quindi preso la parola, accompagnato da cartine tematiche che hanno aiutato a ricostruire il complesso percorso della Palestina moderna, dai tempi della dominazione turca fino ai giorni nostri. La narrazione ha evidenziato come, fino all’inizio del XX secolo, i palestinesi non sentissero il bisogno di un’identità nazionale forte, vivendo in gran parte in agricoltura e in modo apolitico. Con l’avvento del sionismo e la successiva decisione delle Nazioni Unite nel 1947 di dividere la Palestina in due stati, si è aperto un nuovo capitolo di conflitti, espropri, guerre e tensioni che ancora oggi segnano la regione.

Rodia ha chiarito che il conflitto non è mai stato esclusivamente di natura religiosa, sottolineando la natura laica dell’OLP di Arafat e la successiva ascesa di organizzazioni come Hamas e la Jihad islamica, che hanno portato un fondamentalismo religioso a complicare ulteriormente la situazione. La crescente attenzione al ritorno alla legge coranica ha alimentato forme estreme di violenza, rendendo ancora più difficile il percorso verso una pace duratura.

L’autore ha concluso evidenziando come la responsabilità delle Nazioni Unite e della comunità internazionale sia fondamentale nel cercare soluzioni pratiche ai problemi dei profughi, dei confini e del riconoscimento nazionale. Solo un impegno collettivo, attraverso strumenti come le forze di peacekeeping e il sostegno a governi autonomi, può sperare di superare questa “guerra infinita” e favorire un processo di autodeterminazione pacifica per il popolo palestinese.

L’evento ha rappresentato un’occasione preziosa per riflettere sulle radici storiche, sui fattori religiosi e politici che alimentano il conflitto, e sull’importanza di un impegno internazionale per la pace e la mediazione.

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