Il consigliere di Fratelli d’Italia a Taranto critica il drastico taglio ai fondi della PAC, temendo ripercussioni sulla sovranità alimentare e la coesione territoriale.
TARANTO (EN24) – Luca Lazzàro, attuale consigliere di Fratelli d’Italia a Taranto ed ex presidente di Confagricoltura Puglia, ha espresso forte preoccupazione riguardo le proposte per il Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 dell’Unione Europea, che prevedono un drastico taglio ai fondi destinati alla Politica Agricola Comune (PAC).
“La proposta per il Quadro Finanziario Pluriennale 2028–2034 introduce un bilancio europeo innovativo e flessibile, ma al contempo assistiamo a un ridimensionamento inaccettabile della Politica Agricola Comune,” ha dichiarato Lazzàro. “Si passa da circa 387 a 300 miliardi di euro, con un taglio di oltre 80 miliardi rispetto al settennato precedente. Questo colpo ferisce il cuore di una politica che è, da sempre, la leva economica più concreta per sostenere la produzione di cibo, garantire la sicurezza alimentare, valorizzare i territori e offrire ai cittadini europei qualità e accessibilità.”
Lazzàro ha poi sottolineato l’importanza strategica del settore agricolo: “L’agricoltura non è un capitolo di spesa come gli altri: è presidio, lavoro, cibo, coesione sociale. È l’unico settore in grado di tenere insieme economia reale, sostenibilità ambientale e benessere collettivo.”
Ricordando le difficoltà già affrontate dalla sua regione, ha aggiunto: “La Puglia ha già pagato un prezzo salato. L’olivicoltura ha subito un arretramento senza precedenti perché la PAC non ha adeguatamente sostenuto stoccaggi, rigenerazione e filiera. Lo dissi anni fa: quei comparti erano destinati a soffrire. Oggi lo assicuriamo guardando ai fatti.”
Concludendo il suo intervento, Lazzàro ha ribadito la necessità di una PAC robusta: “Innovare è giusto. Rendere più efficienti i fondi e avvicinarli ai territori è un obiettivo condivisibile. Ma tutto questo non può avvenire a discapito dell’agricoltura. Ulteriori riduzioni al budget agricolo non sono compatibili con le responsabilità che si chiedono oggi al mondo agricolo, tra transizione ecologica, competitività globale e garanzie per i consumatori. La PAC non è un costo: è un investimento per il futuro dell’Europa. Serve una PAC forte, stabile, equa. Una PAC che non lasci indietro chi produce.”
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