“A che ora devo alzarmi da tavola al ristorante a cena?” Ecco che cosa cambia da oggi nelle regioni gialle

«Certificazione verde» per passare tra zone di colori diversi e limiti alle prenotazioni nei teatri e per gli spettacoli. Riparte anche lo sport all’aperto, ma non tutte le attività

TORINO. Da questa mattina in gran parte d’Italia sono cambiate le regole con il passaggio di quasi tutte le regioni in zona gialla. Misure allentate (tranne il coprifuoco dalle 22 alle 5), ma con l’appello dei virologi a non abbassare la guardia: caso Sardegna insegna.

Che cosa cambia, in concreto?

Spostamenti
Gli spostamenti tra i Comuni sono liberi, e anche quelli tra le Regioni, con una sola condizione: per passare tra confini di colori diversi – per turismo – sarà necessario avere la «certificazione verde»: serve per dimostrare di essere vaccinati, oppure guariti dal Covid, o di esser stati sottoposti a un tampone molecolare risultato negativo nelle 48 ore precedenti. Tampone che devono aver fatto anche i minorenni, dai 2 anni in su. Obbligo, questo, che vale almeno fino al 31 luglio.

Il «pass» per i vaccinati dura sei mesi e viene rilasciato dalla struttura sanitaria nella quale si è sottoposti al vaccino. Per chi è stato contagiato ed è guarito dal Covid il «lasciapassare» viene consegnato invece dall’ospedale al momento della dimissione oppure dal medico di famiglia o dai pediatri. La durata del pass dopo il tampone negativo vale due giorni, rilasciato dalle strutture sanitarie autorizzate (pubbliche o private) e dalle farmacie.

Ristoranti e bar
La novità forse più attesa di questa mattina è l’apertura, sera compresa, di bar e ristoranti. Anche a cena si può quindi stare seduti a tavola, ma per il momento soltanto all’aperto e nel rispetto del solito distanziamento: almeno un metro fra i tavoli e al massimo quattro persone a tavola, conviventi esclusi. Sull’ora di chiusura, però, un punto ha destato confusione. Se da un lato il coprifuoco dalle 22 alle 5 in tutto il Paese costringe ad essere a casa alle 22 (alzandosi quindi da tavola in tempo per tornare alla propria abitazione) una dichiarazione della ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, sembrava aver contraddetto la norma: «Sul coprifuoco voglio chiarire un punto – ha detto la ministra -: chi va a cena fuori può stare tranquillamente seduto al tavolo fino alle 22 e poi, una volta uscito dal locale, far ritorno a casa senza alcun rischio di ricevere sanzioni». Attenzione, perché questa indicazione, nella stessa squadra di governo, è stata considerata più un’interpretazione della norma che non garantisce la «salvezza» nel caso si venga fermati dalle forze dell’ordine dopo le 22. Quindi: dal ristorante possono uscire oltre le 22 solo camerieri e lavoratori, che, necessariamente, sono costretti per lavoro a sforare l’orario limite. Per la clientela è vietato naturalmente anche alzarsi da tavola e proseguire la serata fuori dal locale, all’aperto, bicchieri in mano, in piedi. All’aperto, però, si sta lavorando a un protocollo per velocizzare l’autorizzazione all’utilizzo degli spazi entro le ore limite: posteggi e marciapiedi potrebbero essere destinati ad aumentare il numero di tavoli. Soltanto dall’1 giugno sarà infatti consentito ospitare i clienti all’interno, ma dalle 5 fino alle 18.

Anche i ristoranti degli hotel possono riaprire il servizio al tavolo, ma solo per i clienti.

Riparte anche la cultura
Si riaprono i sipari dei teatri e si riaccendono gli schermi dei cinema. Resta obbligatoria la distanza di almeno un metro tra uno spettatore l’altro, per questa ragione la capienza non può superare il 50% di tutti i posti disponibili, con un ulteriore limite: il numero massimo di spettatori non può in ogni caso essere superiore a 1.000 per gli spettacoli all’aperto, 500 per quelli al chiuso in ogni singola sala se si tratta di cinema multisala. Riaprono anche i musei, le mostre e i parchi archeologici, ma per evitare assembramenti nel fine settimana è obbligatoria la prenotazione.

Negozi e centri commerciali
Nelle regioni «rosse» restano le restrizioni massime (aperti solo alimentari, farmacie, tabaccai, edicole e negozi che vendono prodotti necessari, mentre restano chiusi parrucchieri, barbieri e centri estetici), in quelle arancioni e gialle i negozi – tutti i negozi – possono rialzare le saracinesche. Con un’eccezione: per gli esercizi commerciali all’interno di ipermercati e centri commerciali bisognerà attendere ancora fino al 15 maggio nei giorni festivi e prefestivi. Ovunque resta – oltre all’obbligo di mascherina – anche quello degli ingressi contingentati per il distanziamento.

Palestre, piscine e sport vari
In zona gialla via libera da oggi anche agli sport di contatto, purché all’aperto. Ciò che resta vietato e l’uso di spogliatoi: dunque tutti a casa in tutto e senza doccia dopo l’attività. Per le piscine all’aperto bisogna attendere fino a metà maggio, per le palestre fino al primo giugno. Ci vuole ancora un mese per poter organizzare eventi col pubblico. La capienza consentita negli stadi non potrà però essere superiore al 25% di quella massima autorizzata, con le identiche limitazioni previste per gli spettacoli: 1.000 spettatori massimo all’aperto, 500 al chiuso.

Scuola
Nelle regioni diventate gialle, oppure arancioni, è autorizzato alle superiori il rientro in classe dal 70 al 100 per cento del numero di alunni. La situazione, quindi, varierà da istituto a istituto in funzione degli spazi e delle garanzie di sicurezza possibili. Dal nido alle medie si è in presenza.

Visite ad amici e seconde case
Il nuovo decreto ha considerato anche la possibilità – o meglio il rischio – di assembramenti nelle case private. Dunque in zona gialla, da oggi almeno fino al 15 giugno, scordiamoci ancora le grandi cene o le feste fra amici: è consentito andare a trovare amici e parenti, ma una sola volta al giorno: vale sempre la regola del muoversi in quattro persone, esclusi i minorenni. In zona arancione c’è un vincolo in più, oltre a quello numerico e alla singola visita: è consentita la visita solo all’interno del proprio Comune di residenza. In zona rossa, invece, il divieto resta totale. E per le seconde case? Aperta solo al nucleo familiare (proprietario a affittuario) e rigorosamente senza che sia abitata anche da altre persone. Attenzione: bisogna poter dimostrare di aver affittato o acquistato l’abitazione prima del 14 gennaio 2021.

 

FONTE: LA STAMPA

 

 

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