Anche i media liberal ora sollevano dubbi, ma Biden è «furioso» e non vuole mollare

Il piano B: un ritiro a ridosso della convention. I nomi alternativi rimangono quelli di governatori come quelli della California e del Michigan, Gavin Newsom e Gretchen Whitmer

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di Massimo Gaggi

NEW YORK — Sedici anni fa, ancora senatore, Joe Biden, intervistato dalla Cbs, disse che, quando nel 1929 crollò Wall Street, «Roosevelt andò in televisione» per rassicurare e criticare l’avidità degli speculatori. Unico problema: nel 1929 Roosevelt non era presidente. E la televisione non esisteva.

È uno degli aneddoti citati da chi continua a difendere il presidente anche quando scambia nomi e confonde circostanze storiche: ieri ha chiamato Al-Sisi presidente del Messico anziché dell’Egitto mentre mercoledì aveva menzionato per due volte un colloquio del 2021 con l’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, morto nel 2017. Biden è stato sempre celebre per i suoi errori: quando Obama lo scelse come presidente, molti articoli furono dedicati alla storia di tutte le sue gaffe.

Al di là degli errori sui nomi (ne hanno fatti di recente anche Trump e lo speaker della Camera, Mike Johnson, un cinquantenne), i ragionamenti del presidente continuano ad essere lucidi. Ma l’immagine di un uomo sempre più anziano e fragile e lo schiaffo del procuratore speciale Robert Hur che, nel decidere di non procedere contro di lui per i documenti top secret illegalmente detenuti nel garage di casa, lo ha definito «un vecchio con la memoria deteriorata», fanno male: alimentano gli attacchi della destra ma rianimano anche tra i democratici le discussioni sull’opportunità della sua candidatura. E la reazione umana del presidente che ha convocato una conferenza stampa per replicare, infuriato e offeso, ai «commenti impropri» del procuratore, viene definita dal New York Times un «disastro politico». E non solo per lo scambio tra Egitto e Messico. Biden ha replicato in modo duro e poco sensato anche a giornalisti di media progressisti. Alla Cnn che gli chiedeva una reazione ai ripetuti sondaggi dai quali emerge che la maggioranza degli americani lo considera troppo vecchio per un secondo mandato presidenziale ha risposto: «Questo è un giudizio solo tuo».

Per The Atlantic, autorevole rivista liberal, la questione della senilità di Biden non può più essere ignorata. Commenti critici anche da altri media, dal Guardian al sito Politico.com. Intanto sulle reti sociali si moltiplicano i confronti tra le esitazioni e gli sbagli di Biden e Putin che ha sostenuto un’intervista di oltre due ore con Tucker Carlson, parlando di tutto, facendo complesse ricostruzioni storiche senza mai sbagliare un nome o aver bisogno di leggere qualcosa.

L’ex braccio destro di Obama alla Casa Bianca, David Axelrod, nota che, anche se Biden rimane in grado di svolgere le sue funzioni al di là di errori di linguaggio legati anche alla sua battaglia contro la balbuzie, quanto sta accadendo e il cambiamento dei meccanismi delle campagne elettorali hanno fatto precipitare il presidente in un problema di comunicazione difficile da risolvere.

Torna, inevitabile, il tormentone di una possibile candidatura alternativa, ma la situazione rimane quella descritta nei giorni scorsi: le primarie sono ormai cominciate, non possono essere presentate altre candidature. L’unica possibilità è un ritiro di Biden a ridosso o durante la convention democratica del prossimo agosto. E i nomi alternativi rimangono quelli di governatori come quelli della California e del Michigan, Gavin Newsom e Gretchen Whitmer, con sullo sfondo la suggestione di Michelle Obama. Ma il furioso Biden di questi giorni tutto sembra meno che uno pronto a mollare.

 

fonte: Corriere della Sera

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