Angelina Mango vince Sanremo con la ‘cumbia’ della noia. Secondo Geolier

Angelina Mango (Foto LaPresse)

Angelina Mango vince il Festival di Sanremo 2024 con ‘La noia’. Al secondo posto il rapper Geolier, terza Annalisa con ‘Sinceramente’

Autore: Marcella Piretti

Alla fine il Festival di Sanremo- caduta compresa- lo ha vinto Angelina Mango. Secondo Geolier, terza Annalisa, quarto Ghali, quinto Irama. “Siete matti!“, ha detto la giovane cantante, quasi incredula al momento della proclamazione. In realtà, però, è stato evidente quasi subito, quest’anno, che Angelina Mango fosse una delle artiste più quotate. E la scelta di cantare nella serata delle cover il pezzo ‘La rondine’ del papà Giuseppe ‘Pino’ Mango emozionando l’intera platea dell’Ariston ha definitivamente chiuso i giochi. Forte di alcuni successi degli ultimi mesi (l’ultimo ‘Che t’o dico a fa”, subito prima ‘Ci pensiamo domani’), la 23enne lucana vincitrice di Amici 23 è arrivata sul palcoscenico di Sanremo con ‘La noia’, un brano pieno di ritmo ispirato alla ‘cumbia’ di origine tribale, e con un ricercato look ispirato agli anni ’90 che non è passato inosservato. E naturalmente con la sua incredibile voce. Stasera, dopo essere caduta sul finale della sua esibizione inciampando nel vestito mentre risaliva le scale, Angelina Mango ha riso, si è scusata ed è stata applauditissima dall’Ariston in una standing ovation di grande emozione.

La vittoria di Angelina Mango chiude anche il ‘caso’ Geolier: il rapper napoletano, primo nella seconda serata, nella quarta delle cover e anche nella classifica provvisoria letta in apertura della serata finale, alla fine non ce l’ha fatta. Sostenutissimo dal televoto da casa (dove pare che il rapper potesse contare su una batteria di tifoseria organizzata) e gettonatissimo tra i più giovani, Geolier alla fine è arrivato secondo (e il suo sguardo per un attimo è apparso quasi preoccupato che Amadeus dicesse il suo nome, al momento della proclamazione del vincitore). I fischi che lo hanno accompagnato (mentre cantava dopo la vittoria al termine della serata delle cover) verranno ricordati come una delle pagine più brutte di questa edizione del Festival della canzone italiana, per la poca educazione e lo snobismo verso il tifo napoletano. “Si può avere le proprie idee e tifare, ma chiedo rispetto per ciascuno dei 30 artisti in gara”, ha detto Amadeus stasera dopo aver letto il nome di Geolier al primo posto della classifica fischiata in apertura di serata.

angelina mango

I PEZZI ‘FORTI’ E IL PREMIO DELLA CRITICA

I pezzi ‘forti’ di questo festival sono stati chiari da subito, fin dalla prima serata. Subito, in classifica, erano balzate lei, Angelina Mango, ma anche Annalisa, prima su Spotify già il giorno dopo e regina indiscussa dello stream in questa settimana di festival. Bellissima e protagonista di un look sexy all’insegna del reggicalze, stasera Annalisa è stata omaggiata dall’Ariston con una standing ovation al termine della sua esibizione. Si erano distinti subito anche Ghali e Irama. Poi Geolier, che era decollato a partire dalla seconda serata.
Il premio della critica Mia Martini, invece, è andato a Loredana Bertè per il brano ‘Pazza’, che ha preso 54 voti. A seguire, Fiorella Mannoia (16 preferenze) e Diodato (15 preferenze). Il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla Radio, Tv e Web è andato ad Angelina Mango. Stasera sono stati consegnati il Premio Bardotti per il miglior testo a Fiorella Mannoia con ‘Mariposa’ e il Premio Bigazzi per la migliore composizione musicale ad Angelina Mango.

JOHN TRAVOLTA E IL BALLO DEL QUA QUA

Si chiude così l’ultimo Festival di Amadeus (che ha lasciato l’Ariston dicendo “Sono stati cinque anni stupendi, Sanremo si ama sempre“), che nessuno dimenticherà soprattutto per il famigerato ballo del qua qua che Amadeus e Fiorello hanno fatto ballare niente meno che a John Travolta. La malefatta (“una delle gag più brutte si sempre“, ha detto col senno di poi Fiorello) è andata in scena nella seconda serata e l’indomani non si parlava d’altro. Il divo, stando ai rumors risentito dopo l’imbarazzante esibizione (ma anche il rifiuto sdegnato di indossare il cappellino fatto a forma di becco di papera lo faceva presagire), il giorno dopo avrebbe deciso di non firmare la liberatoria perchè il ridicolo balletto venisse ritrasmesso in televisione. Arrabbiatura a parte (boh, ma non è concordata minuto per minuto ogni esibizione a Sanremo?), John Travolta è finito al centro delle polemiche anche per la vicenda della pubblicità occulta che avrebbe fatto – in prima serata sulla Rai – all’azienda italiana che produce che le scarpe bianchissime che il divo indossava mentre ballava la Febbre del sabato sera con Amadeus, prima, sul palco dell’Ariston, e poi il ballo del qua qua fuori dal teatro. La Rai ha promesso di fare chiarezza.

L’IRONIA

La chiave di volta per superare la caduta di stile del ballo del qua qua è stata l’ironia, a partire da quella di Fiorello che in questo è un maestro. Del siparietto di John Travolta si continuerà a parlare, quindi, ma soprattutto per riderne, come del resto è già stato fatto nei giorni successivi al patatrac: perfino Russell Crowe, salito sul palco la sera dopo il collega, si è fatto due risate. E Fiorello, nella serata delle cover, dopo aver vestito i panni del ballerino Manuel Franjo e aver ballato con Lorella Cuccarini, ha detto che non avrebbe firmato la liberatoria per la sua esibizione, facendo scoppiare a ridere tutto il teatro. Di ballo del qua qua si è di nuovo parlato pure stasera, con Fiorello che si è cimentato in un’improbabile versione del Ballo del qua qua sulle note di ‘Farfallina’ di Luca Carboni. E poco prima aveva detto che in questi giorni tutta l’America si sta scatenando sulle note del pezzo di Romina Power, a partire da Leonardo Di Caprio e Scorsese.

30 BIG E 5 CO-CONDUTTORI

L’edizione numero 74 del Festival è stata quella con il più alto numero di cantanti (30 big) mai avuto finora in gara, che Amadeus ha scelto di far esibire tutti quanti nella stessa sera, la prima, e non solo nella finale, a dispetto dei tempi serratissimi (ma sempre rispettati). Ogni sera, il conduttore è stato affiancato da un ‘co-conduttore’ diverso: prima Marco Mengoni, che è riuscito a far ridere e sorridere e ha colpito nel segno per eleganza e padronanza della scena; poi Giorgia, che ha incantato l’Ariston cantando alcuni dei suoi successi più famosi (in particolare ‘E poi’ che quest’anno compiva 30 anni); poi l’ironica e divertentissima Teresa Mannino, che ha portato simpatia e novità (le famigerate scale, lei, non le ha fatte, “servono solo per farmi venire l’ansia”). La serata delle cover è stata il turno di Lorella Cuccarini, che a 60 anni ha dimostrato (oltre che di avere un fisico e una verve incredibile) di essere una showgirl con un rigore e una precisione d’altri tempi. La sera della finale, poi, la scena è stata tutta di Fiorello, che ha fatto divertire e si è dimostrata la vera star dietro questo festival. Ha saputo scherzare anche sulle questioni più ‘scottanti’, come la polemica sulla pubblicità occulta legata a John Travolta: “Io faccio la pubblicità palese“, ha detto stasera Fiorello, citando Armani come stilista del suo vestito e chiedendo ad Amadeus di dire pure la sua marca (Gai Mattiolo). Del resto, per restare in tema, stamattina Fiorello in conferenza stampa aveva chiesto a Roberto Bolle “Ma tu ce le hai le sneakers?”.

L’ESPERIMENTO DEI CANTANTI PRESENTATORI

Questa edizione ha anche visto il discutibile esperimento di trasformare i cantanti in presentatori per pochi minuti, con la trovata di chiedere a ogni cantante di presentare un proprio collega nella seconda e terza serata della kermesse: in 15 cantavano, gli altri 15 presentavano. A detta di molti l’esperimento è bastato e non verrà riproposto. Per fortuna. Tra gli ospiti che hanno regalato momenti più emozionanti, sicuramente verrà ricordato Giovanni Allevi, pianista di fama mondiale che è tornato ad esibirsi in pubblico dopo una lunga lontananza dalle scene a causa del mieloma che lo ha colpito: il suo discorso sull’accettazione della malattia e del nuovo Giovanni ma anche sulla speranza mai persa nonostante il periodo così difficile, hanno commosso tutti. Anche l’anticonvenzionale discorso sulla violenza di genere di Teresa Mannino ha colto nel segno. Così come verrà ricordata la simpatica intervista che la comica ha fatto alla star internazionale Russell Crowe, che ricordando i suoi avi italiani ha parlato di emigrazione e di scelte di vita coraggiose, portando un tema originale e commovente.

LA GUERRA E L’INTEGRAZIONE

È stata un’edizione attraversata trasversalmente anche dal razzismo e dalla guerra, forse non a sufficienza però. In un’epoca martoriata dalle guerre (quella in Ucraina, che dura da quasi due anni, e quella drammatica in Medio Oriente che dal 7 ottobre ha causato ormai quasi 20 mila vittime in Palestina), dal palco di Sanremo si è levato l’appello per il ‘Cessate il fuoco’ di Dargen D’Amico (che ha portato un testo su migranti, Mediterraneo e viaggi della speranza) e il pensiero alla Palestina e al dramma di Gaza di Ghali, che nel suo testo ‘Casa mia’ si chiede cosa ci sia di normale nel “bombardare un ospedale”. Stasera, grazie a un suggerimento dell’alieno-ippopotamo Rich Ciolino dopo l’esibizione, il messaggio è arrivato ancora più chiaro: “Stop al genocidio“. Ghali poi, nel corso del festival, ha parlato anche di (mancata) integrazione, spiegando in un’intervista di non sentirsi ancora italiano e accettato nonostante sia in questo paese da quando è nato. E la scelta di cantare ‘Sono un italiano vero’ con la cover de ‘L’italiano’ di Toto Cutugno è stata certamente molto emozionante, oltre che un messaggio molto forte.

 

fonte: Agenzia DIRE www.dire.it

 

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