Antonella Laricchia: «Conte? Dimostri di non essere un leader in provetta. Lasci il campo largo»

La consigliera 5S: «Una legge sulle nomine». L’uscita dalla maggioranza in Regione «un passaggio obbligato»

di Vito Fatiguso

«La mossa di Giuseppe Conte di uscire dalla maggioranza in Regione è quella giusta, ma purtroppo arriva con più di tre anni di ritardo. Ora aspettiamo che si passi ai fatti: se è la fine del campo largo la direzione è corretta, altrimenti è una manovra puramente elettorale. E sento che qualcuno parla già di appoggio esterno. Diano seguito alla proposta di legge sulle nuove regole per le nomine». Antonella Laricchia, consigliera «dissidente» del Movimento 5 Stelle (è nel gruppo con altri quattro componenti), è il personaggio politico del momento. Non tanto perché si è presa la rivincita sul «no all’alleanza tossica con il governatore Michele Emiliano», ma perché dimostra un dato di fatto. «La coerenza premia – spiega Laricchia – e alle tante notti insonni ora si sostituiscono attestati di stima».

Laricchia, l’uscita della maggioranza da parte dei suoi colleghi 5 stelle c’è stata. Contenta?
«Come già detto era un passaggio obbligato; il minimo sindacale. Ora, invece, resta da capire se si passa a un’opposizione che guarda agli interessi reali dei cittadini».

«Sinora due componenti del M5S sedevano tra i banchi della maggioranza (Grazia Di Bari e Marco Galante, ndr), mentre altri due erano al centro (Rosa Barone e Cristian Casili, ndr). Vedremo se nella prossima riunione ci saranno modifiche».

Altri indicatori per valutare le reali intenzioni?
«Sarà un caso, ma giovedì prossimo la II commissione consiliare ha calendarizzato la discussione della mia proposta di riforma sulle nomine. Partiamo così da una nuova normativa che eviti l’uso delle poltrone come luogo per “allargare” la maggioranza. Una soluzione per togliere alla politica l’arbitrarietà nell’assegnare gli incarichi».

O per meglio dire: trovare un posto ai «trombati» delle elezioni.
«È proprio così. In questi anni abbiamo visto balletti indecorosi. Posti assegnati nei consigli di amministrazione delle partecipate al solo fine di alimentare la catena del consenso. Niente (o poco) meriti e competenze. D’altronde questa proposta era già stata presentata nella precedente legislatura e l’ho riproposta nel 2021».

Quali le novità?
«Dividere le tipologie delle nomine a seconda della provenienza: di giunta o di consiglio. In questo caso le forze politiche possono esercitare le funzioni di controllo e verifica. Ancora: presentare le candidature avendo la sottoscrizione di almeno cento cittadini e niente incarichi ai candidati che hanno perso le elezioni».

Ha avuto contatti con gli esponenti dei 5S all’indomani del divorzio con Emiliano?
«No, assolutamente».

Cosa pensa di Conte?
«È un leader nato in provetta e non lo vedo prendere decisioni se non quando necessario».

Perché lo giudica in questo modo?
«Sapendo di avere una sua esponente all’opposizione, non ha mai voluto approfondire le ragioni che mi hanno portato a questa scelta. Eppure, chi è nella maggioranza di pasticci ne ha fatti: la firma sulla reintroduzione del Tfm (trattamento di fine mandato) o la legge sulle Dune».

Non si è mai sentita con Conte?
«Solo in campagna elettorale per le Regionali del 2020 quando mi chiamò per testare la disponibilità all’accordo con Emiliano. Gli ho anche inviato delle proposte in vista della modifica dello statuto, ma senza ottenere risultati».

Nelle vostre chat si parla del terremoto politico-giudiziario. Qual è la reazione?
«Non sono nelle chat ufficiali del M5S. Ricevo continuamente messaggi da amici e attivisti che sono rimasti fedeli ai principi dei fondatori (Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo). Sono tutti felici perché gli esiti degli ultimi giorni parlano chiaro: siamo coerenti».

 

fonte: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

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