Associazioni «pro-vita» nei consultori, opposizioni all’attacco contro l’emendamento di FdI

L’emendamento permette a «soggetti del terzo settore con esperienza nella maternità» di entrare nei consultori dove le donne possono avviare la pratica per l’interruzione di gravidanza. Schlein: «Blitz contro la legge 194»

di Valentina Santarpia 

Le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possono «avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità». È quanto prevede un emendamento al dl Pnrr su cui il governo ha messo la fiducia e che ha scatenato l’ira delle opposizioni: il coinvolgimento delle «associazioni pro life» nei consultori «rappresenta l’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione», è «vergognoso», puntano il dito M5s e Pd.

Il testo, a prima firma di Lorenzo Malagola di FdI, è passato in commissione. Ma il governo in giornata ha chiesto nell’Aula della Camera il voto di fiducia sul decreto per il completamento dell’attuazione del Pnrr. Domani dopo mezzogiorno sono previste le dichiarazioni per il voto di fiducia, mentre alle 14 inizierà la chiama per l’appello nominale. Sulla votazione finale del provvedimento non è stato trovato ancora alcun accordo. Ma il rischio concreto che l’emendamento sui consultori passi insieme al resto del provvedimento è concreto.

I primi a sollevare il tema sono i rappresentanti del M5s nelle commissioni Affari Sociali di Camera e Senato: «Viviamo in un Paese in cui il diritto all’interruzione di gravidanza è già sotto attacco, in cui è già difficile accedere alla pratica, in cui le donne devono viaggiare fuori provincia o addirittura fuori regione per riuscire ad abortire – la denuncia -. E mentre altri Paesi inseriscono la tutela del diritto all’interruzione di gravidanza in Costituzione –lo ha appena fatto la Francia, ndr-, l’Italia sceglie di fare un ulteriore passo indietro. Noi continueremo a opporci a questa politica oscurantista del governo Meloni». Critico anche il Pd, con Silvia Roggiani e Marco Furfaro che sottolineano: «Questo governo continua nella sua battaglia contro le donne e contro i loro diritti e lo fa attaccando in primis la legge 194 e il diritto all’interruzione di gravidanza. È vergognoso. Ci batteremo in Parlamento e fuori, affianco alle associazioni femministe, per impedire alla destra questo ennesimo attacco ai diritti delle donne». Poi interviene la segretaria dem Elly Schlein: «Noi ci opporremo duramente», ha detto a margine della presentazione di un libro dedicato a Giacomo Matteotti a Milano. «Mi ricordo una lettera durante la campagna elettorale di Giorgia Meloni che diceva `non preoccupatevi che non toccheremo il
diritto all’aborto´
. Un diritto che pochi giorni fa è stato definito dal Parlamento europeo come un diritto fondamentale e noi siamo molto contenti di questo passaggio. Evidentemente Giorgia Meloni pensa il contrario – prosegue -. Non ci stupisce ma fa impressione. Dopo avere letto quella lettera dicevamo di fare attenzione perché se avessero voluto intaccare il diritto all’aborto non avrebbero avuto nemmeno bisogno di toccare quella legge, basta fare una cosa come questa».

Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, aggiunge: «Non è accettabile che attraverso un emendamento subdolo dell’ultima ora si preveda la presenza nei consultori pubblici di associazioni o Ong anti abortiste. Soprattutto nel momento in cui il parlamento europeo ha votato a favore dell’inserimento dell’interruzione di gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell`Ue. Giù le mani dai nostri consultori!». Mentre Riccardo Magi, +Europa, nota che «con l’apertura alle associazioni pro life nei consultori per mettere un ulteriore ostacolo all’esercizio del diritto di aborto il governo fa un uso politico dei fondi del Pnrr oltre che calpestare i diritti delle donne». La Casa Internazionale delle donne parla di «notizie inquietanti» e avvisa: «Dobbiamo sentirci tutte sotto attacco. Sul nostro corpo non ammettiamo passi indietro. Sarà mobilitazione generale». Le associazioni cosiddette pro-life sono quelle che sostengono sempre e comunque il diritto alla vita, contrastando la legge 194 e il diritto all’interruzione di gravidanza. Dalla maggioranza replica il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, FdI: «Nessuno vuole riformare o abrogare al 194. Ma applicarla nella sua interezza, a differenza di quanto finora fatto anche per diretta responsabilità di chi ha governato la sanità in questi ultimi decenni. L’emendamento approvato al Pnrr a firma del collega Malagola va in questa direzione, offrire senza oneri per lo Stato la possibilità di riflessione come previsto dalla legge all’articolo 1 e al comma d dell’articolo 2 ovvero: Contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza».

In passato, il Piemonte a guida centrodestra aveva deciso di dare spazio anche ad associazioni pro-vita nei consultori, generando polemiche analoghe. Nel Lazio, Regione guidata da Francesco Rocca (vicino a FdI), maggioranza e opposizioni si erano scontrate sull’esclusione dei consultori dalla gestione dei bonus mamme e, parallelamente sulla decisione di puntare su centri per la famiglia e centri di aiuto per la vita.

 

 

fonte: CORRIERE DELLA SERA

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