Celebrazione liturgica di Cristo Re dell’Universo: un inno di adorazione e riflessione

La solennità di Cristo Re, che conclude l’anno liturgico, apre uno squarcio sulla conclusione della storia, quando Cristo verrà nella gloria e ricapitolerà ogni cosa per riconsegnare a Dio Padre l’umanità e tutta la creazione come trofeo della sua vittoria sul peccato e sulla morte.

di Salvatore Stano

Nel cuore della liturgia cattolica, l’ultima domenica dell’anno liturgico è dedicata a Cristo Re dell’Universo, un momento di adorazione e riflessione che chiude l’anno liturgico con un inno di lode al sovrano universale. Questa celebrazione offre ai fedeli l’opportunità di contemplare la grandezza di Cristo e la sua regalità universale, invitandoli a rinnovare il loro impegno nel seguire il suo insegnamento e nell’accogliere il suo regno nei loro cuori.

La Solennità di Cristo Re: La Solennità di Cristo Re è stata istituita da Papa Pio XI nel 1925 con l’enciclica “Quas Primas”. Questa celebrazione si colloca all’ultimo posto del calendario liturgico per sottolineare la centralità di Cristo nel piano divino e il suo dominio universale su cielo e terra. La liturgia di questo giorno invita i fedeli a meditare sul fatto che Cristo è il Re supremo, il cui regno non è di questo mondo, ma abbraccia l’intera creazione.

La liturgia: La liturgia della Solennità di Cristo Re è ricca di simbolismo e significato. I paramenti liturgici sono spesso regali e sfarzosi, indicando la maestosità del regno di Cristo. Le letture bibliche selezionate per questa giornata, come il brano del Giudizio Universale dal Vangelo di Matteo, mettono in evidenza la regalità e il potere di Cristo come giudice e salvatore.

La preghiera dei fedeli in questa solennità riflette il desiderio di accogliere Cristo come Re nei cuori di tutti gli uomini, affinché il suo regno di giustizia, amore e pace possa diffondersi in tutto l’Universo. La liturgia invita i fedeli a professare la loro fede nella regalità di Cristo non solo con le parole, ma anche con il loro impegno quotidiano per vivere secondo i suoi insegnamenti.

Omelia e Riflessioni: Nell’omelia, il celebrante solitamente sottolinea l’importanza di riconoscere Cristo come Re nelle nostre vite e nell’intera creazione. Si invita la comunità a riflettere su come possiamo mettere in pratica i valori del regno di Cristo nella nostra vita di tutti i giorni, diffondendo amore, misericordia e giustizia.

Le riflessioni durante la celebrazione spesso toccano temi come la responsabilità dei cristiani nel costruire un mondo più giusto e compassionevole. Si incoraggia la comunità a essere testimoni della regalità di Cristo attraverso gesti concreti di solidarietà e servizio verso gli altri.

La celebrazione liturgica di Cristo Re dell’Universo è un momento di profonda spiritualità e contemplazione. Attraverso la liturgia, i sacramenti e le riflessioni, i fedeli sono chiamati a rinnovare il loro impegno nel seguire Cristo come Re nei loro cuori e a essere portatori del suo amore e della sua luce nel mondo. In questa giornata, la Chiesa ci invita a riconoscere il regno di Cristo come una realtà presente e a lavorare attivamente per costruire un mondo che rifletta i valori del suo regno eterno.

Prima Lettura

Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 34,11-12.15-17

Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 22 (23)

R. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce. R.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome. R.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. R.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. R.

Seconda Lettura

Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 15,20-26.28

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! (Mc 11,9.10)

Alleluia.

Vangelo

Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Parola del Signore.

 

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