Per la prima volta nell’anno iniziale del triennio, i negoziati sui rinnovi salariali coinvolgeranno circa 200mila dipendenti delle funzioni centrali, con obiettivo di recuperare il potere d’acquisto
di Redazione
ROMA (EN24) – A dicembre prenderanno ufficialmente il via le trattative per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il periodo 2025/27. La novità di questa tornata consiste nell’avvio delle negoziazioni già nel primo anno del triennio di riferimento, un passo importante per recuperare i ritardi storici e allineare la contrattazione alle esigenze attuali di un settore in continua evoluzione.
L’apertura ufficiale sarà guidata dal tavolo di confronto dedicato ai dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici come Inps e Inail, coinvolgendo circa 200mila lavoratori delle funzioni centrali. Il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha firmato l’atto di indirizzo, che prevede aumenti medi di circa 158 euro all’anno, distribuiti in modo uniforme sui tre anni con un incremento annuo dell’1,8%.
L’avvio delle trattative è possibile grazie alla recente conclusione del processo di certificazione della rappresentatività sindacale, che ha ottenuto il via libera dall’Aran, l’agenzia di rappresentanza del datore di lavoro pubblico. Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, ha assicurato che «le trattative partiranno a dicembre, a soli dieci mesi dalla firma del contratto 2022/24», sottolineando l’impegno a ridurre i tempi e a rendere più efficiente la contrattazione pubblica.
Il piano di rinnovo, finanziato con circa 9,93 miliardi di euro, mira a compensare almeno in parte gli effetti dell’inflazione del 2021/23, che ha eroso il potere d’acquisto dei lavoratori. In particolare, si stima che nei due trienni 2022/24 e 2025/27, l’aumento complessivo a regime possa arrivare a circa 324 euro lordi al mese, considerando le variazioni contrattuali e le risorse aggiuntive messe a disposizione.
L’obiettivo prioritario è anche quello di accelerare i tempi di attuazione, per avvicinare le firme dei contratti ai bisogni dei dipendenti e garantire effetti concreti nelle buste paga il prima possibile. Tra le misure previste, l’atto di indirizzo sollecita una valorizzazione della contrattazione decentrata, con un incremento delle iniziative premianti e uno sviluppo del welfare integrativo. Si pensa, ad esempio, di estendere le tipologie di prestazioni e di destinare parte delle risorse accessorie aggiuntive al welfare, come previsto dalla legge di bilancio.
In sintesi, la ripresa delle trattative, accompagnata da un piano di risorse importante e da un’attenzione crescente alle esigenze del personale, rappresenta un passo decisivo per rafforzare il settore pubblico e migliorare le condizioni di lavoro in un momento di grande complessità economica e sociale.

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