Fat bike, tra opportunità e pericoli

Se da un lato si parla della pericolosità delle ormai famose “fat bike” che popolano sopratutto le strade di alcune città del sud Italia, dall’altro lato c’è chi ne ha creato una opportunità. 

Tolto il lato della sostenibilità, dato che anche queste biciclette rientrano tra i prodotti utili per una mobilità sostenibile, si può parlare della grande iniziativa messa in atto dalla questura di Pescara, che ha fornito la Polizia di Stato di queste e-bike per rendere gli spostamenti degli agenti non solo sostenibili, ma anche più agili nel traffico cittadino e utili ad assicurare la vigilanza su maggiori aree come parchi, aree verdi e piste ciclabili. Molte sono le città che hanno adottato bici elettriche per poter assicurare un maggiore controllo a livello cittadino ed occuparsi della sicurezza dei cittadini in modo sostenibile, come ad esempio il comune di Bari che già nell’ormai lontano 2017 aveva dato delle biciclette elettriche per gli agenti della Polizia Municipale.

Il punto fondamentale dell’articolo però, è quello di voler sottolineare l’utilizzo diversificato che si può fare di uno strumento, in questo caso di un mezzo come le “fat bike”, sicuramente utile ma anche potenzialmente pericoloso se male utilizzato. Si può notare a Barletta, città pugliese, dove diversi cittadini hanno segnalato non solo la pericolosità di questi prodotti silenziosi su strada e che vengono anche modificati per poter superare i limiti di velocità, ma anche la mancanza di adeguati controlli che avvengono solamente in alcuni periodi, ma che sono pur sempre molto sporadici, data la folta presenza e l’utilizzo spropositato sul territorio di questo tipo di biciclette. 

I cittadini della città della Disfida, notando ed analizzando l’aumentare di questo fenomeno, preoccupati, auspicano che la sensibilità delle istituzioni possa essere tale da aumentare il controllo del territorio e consentire un adeguata sicurezza e tranquillità della città e della viabilità stradale. 

Savio Rociola

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