Giovani borderline: aiutarli è sempre possibile

CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v62), default quality

Comunali: Milano, il centrodestra candida Luca Bernardo - Radio Lombardia

di LUCA BERNARDO*Secondo una ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità, a livello globale, tra i 10 ed i 19 anni, un adolescente su sette soffre di un disturbo mentale. Depressione, ansia e disturbi comportamentali sono tra le principali cause di malattia.

Il suicidio è la quarta causa di morte nei giovani tra i 15 e i 19 anni, le conseguenze di un mancato trattamento dei problemi di salute mentale in adolescenza possono compromettere il benessere mentale in età adulta. Il disturbo borderline di personalità (DBP) è una condizione psichiatrica complessa, caratterizzata da forte instabilità emotiva, relazionale e identitaria.

Sebbene venga formalmente diagnosticato in età adulta, negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso la sua comparsa in età adolescenziale, un periodo già di per sé segnato da profondi cambiamenti emotivi e comportamentali.

Riconoscere il disturbo borderline negli adolescenti può essere difficile, perché alcuni comportamenti possono sembrare «normali» nella crescita. Tuttavia, ci sono segnali ricorrenti che vanno monitorati: instabilità emotiva intensa e persistente, relazioni interpersonali instabili (passaggio rapido da idealizzazione a svalutazione), impulsività, comportamenti autolesivi o ideazione suicidaria, sbalzi d’umore rapidi e frequenti, senso di vuoto.

Il disturbo borderline di personalità non ha una sola causa. Si sviluppa attraverso l’interazione di fattori genetici, neurobiologici e ambientali, tra cui familiarità per disturbi di personalità o dell’umore, esperienze traumatiche precoci (abuso, trascuratezza, instabilità familiare), ipersensibilità emotiva, difficoltà nell’attaccamento con le figure di riferimento.

Un adolescente con disturbo borderline di personalità può avere difficoltà scolastiche e relazionali, crisi identitarie profonde, episodi di ritiro sociale o aggressività, rischio aumentato di comportamenti a rischio (autolesioni, dipendenze, fughe da casa).

È fondamentale una valutazione psicologica o psichiatrica specializzata, perché la diagnosi precoce può fare la differenza. Il trattamento più efficace è la psicoterapia, accompagnata da un supporto familiare e, se necessario, un trattamento farmacologico per sintomi associati (ansia, depressione).

Famiglia e scuola sono cruciali per l’identificazione precoce e il sostegno. Ascolto, contenimento emotivo, stabilità e accesso a professionisti della salute mentale sono elementi fondamentali per favorire un percorso di cura e crescita.

Riconoscere precocemente i segnali del disagio, in tutte le sue sfumature, permetterà di intervenire agli stadi iniziali del problema, evitando situazioni di difficile gestione. Il disturbo borderline in adolescenza non è una condanna, ma un campanello d’allarme che richiede attenzione e interventi mirati.

* Direttore dipartimento p e d i at r i c o Fatebenefratelli Milano

 

Fonte: LA VERITÀ

Be the first to comment on "Giovani borderline: aiutarli è sempre possibile"

Leave a comment