Giù dalla finestra durante il compito di latino. Gravissimo alunno 15enne dei Salesiani

Via Copernico, l’adolescente si è lanciato dal secondo piano della scuola: operato alla testa al Niguarda. L’indagine dei carabinieri

di NICOLA PALMA e MARIANNA VAZZANA

Milano –  Il volo giù dalla finestra durante il compito di latino. Lo choc in classe. La corsa disperata in ospedale. E una tragedia che al momento non ha una spiegazione. Nessun problema pregresso che possa far pensare a un gesto così estremo né rapporti difficili con i compagni di scuola o con i professori. Saranno i carabinieri ad accertare se e cosa abbia spinto un ragazzo di 15 anni a tentare di togliersi la vita, anche se dalle prime verifiche è emerso il profilo di un allievo modello, con ottimi voti, sempre gioviale e disponibile con tutti. Per adesso, l’attenzione è tutta rivolta a lui, che nella caduta ha riportato un trauma cerebrale, oltre a diverse fratture, e che nel pomeriggio è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico durato ore all’ospedale Niguarda. Le sue condizioni sono gravissime e sono costantemente monitorate dai medici.

Ora la ricostruzione dell’accaduto, secondo quanto finora accertato dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Duomo. Sono quasi le 14, siamo nell’aula del primo anno di liceo scientifico dell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio di via Copernico, comprensivo che ha al suo interno anche la primaria, la secondaria di primo grado, il classico, il tecnico tecnologico e corsi di formazione professionale. In classe ci sono diversi alunni, anche perché si tratta di una prima e quindi i vertici della scuola hanno deciso di favorire il più possibile la didattica in presenza per consentire ai nuovi di ambientarsi e di conoscere i loro vicini di banco. La verifica di latino sta per terminare, e a un certo punto uno dei ragazzi, che ha compiuto 15 anni a febbraio, si alza di scatto e si lancia dalla finestra del secondo piano, atterrando in un’area interna a due passi dalla rampa del parcheggio sotterraneo. Sono attimi interminabili: il professore dà subito l’allarme, cercando contemporaneamente di tranquillizzare gli altri allievi di prima.

I sanitari di Areu soccorrono il quindicenne e lo trasportano d’urgenza al Niguarda. Poi arrivano i militari del Radiomobile, seguiti dai colleghi della Duomo: gli investigatori del Nucleo operativo, coordinati dal capitano Gabriele Lombardo e dal tenente Vincenzo Del Latte, iniziano a sentire docenti e amici del ragazzo per provare a capire cosa abbia potuto innescare un tale gesto; dalle prime informazioni, sembra che nessuna delle persone ascoltate, compresi i genitori del quindicenne, sia riuscita a fornire ai carabinieri un plausibile motivo scatenante. Non risultano biglietti né messaggi di qualsiasi genere lasciati dall’adolescente per spiegare. Gli accertamenti proseguiranno nelle prossime ore, ed è probabile che i militari passino al setaccio anche i dispositivi elettronici eventualmente utilizzati dal minorenne: in quei file o negli ultimi siti visionati potrebbe celarsi una possibile traccia da seguire, anche se, lo ripetiamo, il profilo emerso dai racconti di chi lo conosce è quello di un ragazzo solare, gentile e con un ottimo rendimento a scuola.

Il dramma che si è consumato ieri in via Copernico ha fatto tornare alla memoria la storia di Igor Maj, il quattordicenne trovato senza vita nella sua cameretta il 6 settembre 2018, con una corda da roccia stretta attorno al collo. Inizialmente, quel suicidio era parso inspiegabile a parenti e conoscenti del ragazzino, appassionato di arrampicate, ma le verifiche dei carabinieri avevano fatto emergere che poco prima Igor aveva visionato un filmato Youtube sull’autosoffocamento, una delle “cinque sfide pericolosissime” della terribile blackout challenge; e quindi non si era trattato di un gesto autolesionistico, ma di una morte accidentale.

La Procura , all’epoca, aveva disposto con un decreto di sequestro d’urgenza l’immediato oscuramento di quelle immagini (che avevano totalizzato quasi un milione di visualizzazioni) dalla piattaforma di condivisione di video. Le successive indagini hanno anche portato all’identificazione di chi caricò quel filmato, un ventiseienne, che si è difeso davanti ai magistrati spiegando che nel video si sconsigliava di mettere in pratica quegli atti. A novembre, al termine di analisi accurate e valutazioni giuridiche, i pm hanno chiesto l’archiviazione per il giovane, non avendo ravvisato né profili di dolo né un nesso causale con la morte di Igor. Qualche settimana fa, il gip Sofia Fioretta ha accolto la richiesta, chiudendo il caso.

Fonte: Il Giorno

 

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