IA e mondo del lavoro: impatti e eventuali regolamentazioni. A che punto siamo?

di ROCIOLA Savio

Nel panorama sempre più avanzato della tecnologia, il ruolo dell’Intelligenza Artificiale (IA) e il suo impatto sul mondo del lavoro sono argomenti che richiedono una riflessione approfondita e una regolamentazione oculata. Diversi ambiti, scolastico, politico e produttivo, stanno dicendo la loro, ormai è un continuo parlare di questa Intelligenza Artificiale, che è oramai entrata a grandi passi nell’attualità con i suoi pro, i contro e i relativi impatti. A porre l’attenzione su questi temi cruciali, oltre all’intervento già descritto qualche giorno fa, è stato il recente convegno organizzato dalla Federazione Nazionale della Comunicazione (FNC-UGL) insieme alla UGL Telecomunicazioni, che ha riunito esperti e professionisti per discutere proprio delle sfide e delle opportunità legate all’integrazione dell’IA nei contesti lavorativi.

“Come la tecnologia può essere implementata in modo etico e responsabile per massimizzare i benefici e minimizzare gli impatti negativi sulle condizioni di lavoro?” è la domanda centrale per l’evento tenutosi il 23 gennaio a Roma in sala Fellini presso Cinecittà, durante il quale figure di spicco in ambito lavorativo e istituzionale, hanno discusso  in merito a questioni estremamente  “sensibili” al giorno d’oggi, data la necessità di una regolamentazione chiara e adatta a fronteggiare le sfide emergenti, viste anche le preoccupazioni per la perdita di posti di lavoro.

Abbiamo discusso con Domenico Raguseo, responsabile CyberSecurity in Exprivia, gli argomenti da lui affrontati durante la conferenza. “In economia tutti possono discutere di come trasformare questa efficacia in competitività, in cybersecurity la questione è diversa in quanto il competitor non è uno che corre con te per arrivare prima, ma è uno che vuole “sconfiggerti”. Non esistono compromessi, o vince chi attacca o vince chi si difende. Nel nostro mondo pertanto non possiamo fare una valutazione di opportunità, ma la prima domanda è chiedersi se chi attacca una l’intelligenza artificiale e nel caso di risposta positiva, chi si difende non ha molte opzioni, la deve usare. Cominciamo pertanto con il confermare che chi attacca usa l’intelligenza artificiale e chi si difende deve pertanto farlo”. Giunge spontaneo quindi pensare che una regolamentazione sia quasi necessaria, una “guerra” va combattuta nel modo “più sicuro possibile” quasi come se fosse una partita a scacchi… stesse probabilità e possibilità, all’inizio i pezzi sono gli stessi per tutti.

In quest’ambito le regolamentazioni sono presenti? Cosa auspica affinché si possa ottenere il meglio dalle nuove tecnologie algoritmiche?

Il tema delle regolamentazioni è complesso in genere, complessissimo quando tratta di questioni tecnologiche, figuriamoci per quanto riguarda la cybersecurity. Le regolamentazioni infatti servono per migliorare la convivenza, ma non dimentichiamoci che noi non vogliamo convivere con chi ci attacca e pertanto le regolamentazioni inevitabilmente creano un divario tra chi vuole rispettarle e chi no. Tema non nuovo nella difesa, che, se trasportato nel digitale dove tutto è molto più veloce e delocalizzato, corre il rischio di essere estremamente problematico. Inoltre le regolamentazioni, direttive, leggi, vanno discusse, approvate e questo richiede tempo, che l’innovazione spesso non ci concede, per cui c’è sempre il rischio che si arrivi tardi rispetto allo stato dell’arte“ conclude Raguseo.

IA e mondo del lavoro, un connubio che rappresenta una sfida significativa, ma allo stesso tempo anche una opportunità. In un mondo in cui l’IA è sempre più integrata nelle attività quotidiane, la collaborazione tra tutte le parti interessate diventa cruciale, basta solo porre la dovuta attenzione e un convegno di questo genere organizzato dalla FNC-UGL Comunicazioni e UGL Telecomunicazioni, può solamente mettere in evidenza la necessità di affrontare questa transizione con una visione olistica.

Savio Rociola

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