Il campo largo nei guai, saltano le intese e i candidati in Basilicata e Piemonte

In Basilicata si ritira Lacerenza, Conte: situazione incandescente. In Piemonte alleati divisi

di Giulia Ricci

In Basilicata, il ritiro del candidato unitario. In Piemonte, l’ufficializzazione di un proprio nome da parte del Partito democratico. È stata una pessima giornata, quella di ieri, per il campo largo. Che dà il via a faticosi giorni di tentativi, nuove trattative e probabili strappi. A incendiare la giornata degli alleati è stata la nota di Domenico Lacerenza, nome scelto da Pd, M5S, Avs e +Europa per correre contro il governatore lucano uscente Vito Bardi: «Dopo un’attenta riflessione voglio comunicare la mia rinuncia. Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito». Le reazioni sono gli attacchi di Azione (che in terra lucana ha raggiunto il 10% alle Politiche) e le proteste di una parte dei dem locali. Così, tirato per la giacchetta da una parte e preso di mira dall’altra, la decisione di Lacerenza di uscire di scena.

«Aveva i requisiti, ma è iniziato il tiro al piccione, hanno iniziato a impallinarlo. La situazione si sta facendo incandescente» ha dichiarato il leader del M5S. «Dilettanti allo sbaraglio. Altro capolavoro politico di Conte con Pd a rimorchio», il commento di Carlo Calenda, che oggi a Potenza racconterà come vuole proseguire: se con una corsa in solitaria dell’ex governatore Marcello Pittella (il vero detentore dei voti in Basilicata) o appoggiando Bardi e vendendo quindi l’anima al centrodestra, come fatto ufficialmente ieri dall’ex amico Matteo Renzi. Ma c’è una terza via, l’appoggio del già candidato Angelo Chiorazzo, escluso dai giochi per i veti di Conte. Che ieri ha deciso di correre con la propria lista: «Per seminare occorre voltare pagina. Per questo, mi candido. Con me chi vorrà sposare il progetto».

Dal canto suo l’ex premier ieri ha passato la giornata in contatto con la segretaria dem Elly Schlein per trovare una quadra lucana, dove a dare la propria disponibilità (con un annuncio social) è stato l’ex presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza (Pd). Ma al centro delle chiamate fra i due c’è stato anche il Piemonte, dove il Campo largo sembra avere sempre meno possibilità di riuscita. Dopo mesi di tavoli tra M5S e Pd regionale, i dem hanno infatti deciso di fare da sé per tenere le briglie di una base locale che non voleva più aspettare. Ieri mattina l’assemblea avrebbe dovuto votare tra due papabili, il vicepresidente di minoranza del Consiglio regionale Daniele Valle (riformista) e la vice del Pd Chiara Gribaudo (area Schlein). Prima di andare alla conta, però, il tentativo tra le correnti di trovare un accordo in extremis su richiesta di Roma.

È lì che sarebbe arrivata la chiamata del Nazareno al luogotenente Igor Taruffi, con un preciso messaggio: se andate al voto, fra 20 giorni annulliamo tutto. Così, la scelta di un terzo nome «sopra le parti» che dovrebbe sfidare Alberto Cirio, il governatore uscente appoggiato dal centrodestra: l’assessora comunale di Torino, già in Regione con Bresso e Chiamparino, Gianna Pentenero. Che lancia un appello: «Il M5S mi permetta di sedermi al tavolo con loro. Ma anche Azione e Iv». Il Movimento piemontese, però, dove a tessere le fila è l’ex sindaca Chiara Appendino, ha subito messo le mani avanti: «Registriamo questo cambio di passo e di metodo che cozza con il dialogo intavolato. Avvieremo il percorso per la scelta del nostro candidato». Il nome più quotato sarebbe quello della senatrice di Alessandria Susy Matrisciano.

Si delineerebbe, quindi, una corsa a tre, con Azione propensa anche in Piemonte a correre con il centrodestra (l’ufficialità ancora non c’è, ma ci sarebbero già candidati nella lista del presidente). Ma non è ancora detta l’ultima parola: Conte e Schlein potrebbero trovare l’intesa su un terzo nome, un civico, di fronte al quale Pentenero farebbe un passo indietro. Sul tavolo nomi noti di area 5 Stelle, come il presidente dell’Ordine dei medici Guido Giustetto o Chiara Rivetti segretaria del sindacato dei medici ospedalieri. Chissà però che non torni la voglia di correre all’ex rettore del Politecnico Guido Saracco, che a suo tempo fece la stessa scelta di Lacerenza per non rimanere scottato dai fuochi incrociati.

 

fonte: CORRIERE DELLA SERA

 

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