La corsa al bonus mamma: un sostegno economico di 480 euro per 870mila lavoratrici con figli

Fino al 9 dicembre è possibile presentare la domanda all’Inps: un’opportunità importante per le madri lavoratrici dipendenti e autonome, con requisiti specifici e procedure chiare, ma ancora molte domande aperte sul futuro e sulle implicazioni di questa misura.

di Redazione

ROMA (EN24) – L’Italia si prepara ad accogliere una delle misure di sostegno economico più attese dell’anno, rivolta a circa 870mila madri lavoratrici con almeno due figli. Si tratta del bonus mamma di 480 euro, un aiuto una tantum che sarà erogato nel 2025 e che rappresenta un tassello fondamentale nel quadro delle politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia. La finestra temporale per richiedere questa agevolazione si chiude il 9 dicembre 2024, data entro la quale le lavoratrici interessate devono inoltrare la domanda tramite il portale ufficiale dell’Inps.

Chi sono le potenziali beneficiarie?

Secondo la relazione tecnica allegata al Decreto Legge 95/2025, che ha disciplinato l’attuazione del bonus, le potenziali beneficiarie sono circa 695.000 lavoratrici dipendenti, tra contratti a termine e a tempo indeterminato, e circa 175.000 lavoratrici autonome. La platea comprende anche le madri di tre o più figli, che usufruiscono di un’altra forma di sostegno, consistente in una decontribuzione automatica fino a 3.000 euro annui, riconosciuta direttamente in busta paga senza necessità di domanda.

Requisiti di accesso e modalità di richiesta

Per poter accedere al bonus, le lavoratrici devono rispettare alcuni requisiti fondamentali. Innanzitutto, è necessario essere titolari di un rapporto di lavoro dipendente (a tempo determinato o indeterminato) o essere lavoratrici autonome iscritte alle gestioni previdenziali obbligatorie, comprese le casse di previdenza professionali e la gestione separata Inps. Sono escluse le lavoratrici del settore domestico, che rappresentano comunque un segmento numeroso, con circa 726.589 unità, prevalentemente di nazionalità straniera.

Inoltre, bisogna essere madri di almeno due figli, con il più piccolo di età non superiore a 10 anni, oppure di tre o più figli con il minore sotto i 18 anni. Un ulteriore requisito riguarda il limite di reddito: la somma dei redditi da lavoro rilevanti ai fini fiscali per il 2025 non deve superare i 40.000 euro annui.

Per richiedere il bonus, le interessate devono presentare domanda telematica all’Inps entro il 9 dicembre 2024. La procedura è già attiva e funzionante sul portale ufficiale, e l’identificazione avviene tramite SPID di livello 2, Carta di identità elettronica, Carta nazionale dei servizi o eIDAS. In alternativa, è possibile rivolgersi al contact center Inps o a un patronato.

Dettagli sulla misura e sui benefici

Il bonus consiste in un contributo di 40 euro mensili, non imponibile dal punto di vista fiscale e contributivo. La somma verrà versata in un’unica soluzione a dicembre, insieme all’ultima mensilità dell’anno, e copre i mesi da gennaio a novembre per chi ha lavorato tutto l’anno. Per coloro che matureranno i requisiti successivamente, sarà possibile presentare domanda fino al 31 gennaio 2025, con erogazione prevista entro febbraio.

Le lavoratrici autonome e le professioniste iscritte alle casse previdenziali potranno beneficiare del bonus nel 2025 per i mesi di attività effettiva, con un limite di reddito di 40.000 euro. Il calcolo del reddito imponibile e la verifica della soglia sono fondamentali per evitare revoche o esclusioni.

La decontribuzione e le criticità

Il bonus di 480 euro sostituisce, per le madri di tre o più figli, la precedente misura di decontribuzione, che prevedeva uno sgravio contributivo fino a 3.000 euro all’anno. La decontribuzione è stata “congelata” fino al 2027 e sostituita da un aiuto diretto in denaro, con un incremento previsto a 60 euro nel 2026.

Gli esperti, come la professoressa Carolina Castagnetti dell’Università di Pavia, sottolineano che per ottenere un impatto significativo sulla natalità e sul lavoro femminile è necessario investire in interventi strutturali a medio e lungo termine. In particolare, si evidenzia l’urgenza di ampliare la rete dei servizi di educazione per l’infanzia, come gli asili nido, che sono ancora disponibili per una minoranza dei bambini, specialmente nelle regioni del Sud. Altre proposte includono l’incentivazione delle imprese a predisporre nidi aziendali e l’implementazione di politiche di sostegno alla genitorialità più durature e sistemiche.

Prospettive future

Il bonus mamme rappresenta un passo importante nel sostegno alle madri lavoratrici, ma da solo non può risolvere le criticità strutturali del sistema di welfare italiano. La misura, infatti, si inserisce in un quadro più ampio di interventi necessari per favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro e per promuovere un’effettiva parità di genere nel mondo del lavoro.

Il 2025 si presenta dunque come un anno di passaggio, in cui le politiche di sostegno alle madri si evolvono, ma è fondamentale che le istituzioni e il settore privato lavorino insieme per realizzare interventi più incisivi e duraturi nel tempo.

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