La Procura di Padova impugna i certificati di bambini con due mamme, sono 33

L’ira delle famiglie arcobaleno: “‘Tolte’ 33 mamme a bimbi a 6 anni dalla nascita”

ROMA – A Padova impugnati certificati di famiglie omogenitoriali: oggi è una “giornata nera per le famiglie arcobaleno. Sapevamo che sarebbero arrivate le notifiche alle mamme di Padova e sappiamo che sono più di 30 i certificati di famiglie omogenitoriali che la Procura ha impugnato“. Vuol dire “togliere un genitore legale a minori anche a distanza di sei anni dalla nascita: un atto vergognoso e indegno di un paese civile”, afferma Alessia Crocini Presidente di Famiglie Arcobaleno. Dicendo anche che “è incredibile che in una città dove per tutti questi anni nessun certificato era stato impugnato, la cosa avvenga a pochi mesi dalla circolare del ministro dell’Interno Piantedosi ai Prefetti. Sarà una casualità?”.

Crocini nota anche che “mentre Carolina Varchi di Fdi, relatrice della proposta di legge contro la gestazione per altri, oggi assicurava in Parlamento che il suo partito ha a cuore tutti i bambini, veniva notificata alle prime mamme di Padova l’impugnazione del certificato di nascita: ipocrisia allo stato puro di un Governo che da quando si è insediato agisce in maniera sistematica per cancellare i diritti dei nostri figli”.

Le Famiglie Arcobaleno promettono però di non lasciare “nessuna azione intentata ma è bene che la società civile italiana si renda conto che c’è in atto una vera persecuzione dei bambini con due mamme o due papà e prenda una posizione chiara.

Rincarano la dose Fabrizio Marrazzo e Marina Zela del Partito Gay: “Cancellare 33 certificati di nascita relativi a 33 coppie di mamme dal 2017 ad oggi a Padova, è un atto ideologico della Procura, che priverà di diritti 33 bambini alcuni hanno già sei anni e sono cresciuti con due mamme, peraltro alcuni hanno i genitori riconosciuti in altri stati Europei e da oggi non più in Italia”. Per Marrazzo e Zela si tratta di una “una chiara discriminazione per le coppie Lgbt+, perché se i bambini nascono per fecondazione assistita o per maternità surrogata, vengono privati di diritti, se invece sono nati con fecondazione assistita o maternità surrogata e dati ad una coppia eterosessuale hanno tutti i diritti, perchè non rintracciabili da nessun certificato, anche se nati in India o in Russia dove le donne sono sfruttate. Inacettabile, che le coppie LGBT+ debbano subire tale discriminazione. Il Parlamento deve dare risposte e non discriminare, la Presidente Meloni interrompa questa guerra ideologica contro le persone Lgbt+”

 

Fonte: Agenzia DiRE

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