La Sardegna è zona gialla ma si entra solo con il tampone o il vaccino

Nonostante i dati in miglioramento, la cautela del governatore Solinas. Si attende un’ondata di turisti e proprietari di seconde case a inizio giugno. Il nodo dei vaccini: la regione in coda per somministrazioni

CAGLIARI — Da bianca ad arancione a rossa, poi nuovamente arancione e infine gialla. Da marzo, in poco più di dieci settimane, la Sardegna riflette la parabola del Covid-19 ed è un esempio di ciò che può accadere quando si alternano «liberi tutti» e comportamenti virtuosi. I dati sono ora da zona bianca: 66 sei nuovi casi in media al giorno nell’ultima settimana, meno della metà rispetto alla settimana precedente. E la regione è in zona gialla dal 17 maggio.

Ma il governatore Christian Solinas conferma la linea della prudenza: fino al 28 maggio, chi sbarca in porti e aeroporti deve avere con sé un attestato di doppia vaccinazione.
In alternativa deve sottoporsi a un tampone (molecolare o antigenico) 48 ore prima di partire e presentare l’attestato di negatività.
Oppure può fare gratuitamente il tampone rapido all’arrivo, al porto o in aeroporto.
Ultima alternativa: recarsi, entro 48 ore dall’ingresso nel territorio regionale, in una struttura autorizzata e sottoporsi al tampone molecolare, a proprie spese, e farne uno antigenico cinque giorni dopo.
Altrimenti bisogna stare in isolamento per dieci giorni.
Prima di partire, in ogni caso, bisogna registrarsi sull’app Sardegna Sicura (si scarica qui per iOs e qui per Android).

Una prova in vista delle vacanze estive

Quasi certamente il ricordo di ciò che è accaduto l’estate dello scorso anno induce per il momento a non allargare le maglie dei controlli. In Sardegna arrivano ogni giorno 3/4 mila persone; un test cruciale è fra 10 giorni nel «ponte» fra fine maggio e il 2 giugno. In alberghi e agriturismi si registra un incremento nelle prenotazioni ed è attesa una prima (e temuta) «invasione» di proprietari di seconde case per la riapertura di inizio stagione e l’arrivo di qualche comitiva di francesi o tedeschi che tradizionalmente scelgono la Sardegna a giugno o settembre. Se arriveranno, come da stime, 8/10 mila persone al giorno, sarà l’occasione per un primo test pre-estivo del sistema dei controlli, affidato alle strutture sanitarie pubbliche dagli agenti del Corpo forestale regionale.

L’andamento della campagna vaccinale

La prudenza è resa obbligatoria dall’andamento non soddisfacente della campagna vaccinale. La Sardegna è sempre all’ultimo posto, non arriva all’80 per cento di somministrazioni delle dosi ricevute e non riesce ad avvicinare alle 17 mila dosi giornaliere al giorno come richiesto già per aprile dal generale Figliuolo. Tra qualche giorno in ogni caso è previsto l’arrivo di alcune decine di migliaia di dosi. Ed è polemica dura fra l’Ares-Ats (Agenzia centrale della Regione) e i medici di base. «Non danno un apporto significativo — accusano dall’agenzia —, finora i medici hanno ritirato soltanto un migliaio di dosi, di media neanche una dose ciascuno». Dal sindacato replicano:«Non funziona l’organizzazione dell’Ares. Nessuno ci ha fornito gli elenchi dei vaccinati». Nei magazzini regionali le dosi di vaccini in attesa di inoculazione si avvicinano a quota 200 mila (su oltre 800 mila arrivati da Roma). Nel fine settimana dovrebbero calare per un open day dedicato ai cittadini sotto i 60 anni per smaltire le giacenze di AstraZeneca. Si deve accelerare, non soltanto per le pressioni del generale Figliuolo: incombe un allarme. Allo scalo di Sarroch — terminal della grande raffineria di petrolio nel golfo di Cagliari — è arrivata una nave ma non ha potuto attraccare ed è al largo in isolamento. A bordo fra i marinai una decina di positivi con variante indiana.

 

fonte: Corriere.it

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