Lo stato della mobilità sostenibile a Barletta

Oggigiorno si sente sempre parlare di ecologia e amore per l’ambiente, però spesso senza pensare al fatto che anche i nostri mezzi di trasporto giocano un ruolo importante nel diminuire gli impatti ambientali, sociali ed economici generati. Non a caso molteplici comuni hanno colto al balzo la grande opportunità offerta dal Piano Urbano della Mobilità, uno strumento dato ai comuni per sviluppare concretamente dei progetti relativi a tutto il sistema territorio-trasporti, conosciuto come PUM, e anche per mettere l’accento sulla mobilità sostenibile, ed è così che ha preso vita il PUMS (Piano urbano della Mobilità Sostenibile). Tra le città a noi vicine che hanno e stanno adottando il PUMS con risultati a dir poco soddisfacenti troviamo la vicina Bisceglie, e poi la Città Metropolitana di Bari con i 41 comuni dell’hinterland barese. E Barletta?

Nell’attesa che venga “partorito” il PUMS anche a Barletta, e avere delle regole in merito alla mobilità sostenibile, apriamo una piccola parentesi di esposizione per quanto riguarda le piste ciclabili. Sono tanti anni ormai che nella nostra città sono stati fatti quei chilometri di pista ciclabile, se così la si può chiamare, la quale a suo tempo era il vanto di molti, in quanto era un grande progetto portato a termine, e ora ne rimane solo un colore rosso sbiadito, qualche palo che segnala l’inizio e fine della pista e qualche ciclista più educato che utilizza questo servizio. Le risposte che alcuni ciclisti o utilizzatori di monopattini elettrici ci hanno dato, portano o perlomeno dovrebbero portare a riflettere, poiché all’unanimità tutti dicono che non le trovano sicure, e ovviamente ci hanno anche elencato degli esempi, citando Via III novembre (dove la pista ciclabile è un restringimento di una sede stradale rimasta a doppio senso di circolazione), Via Alvisi, a partire dalla rotonda per poi andare in direzione Via Leonardo da Vinci (qui l’artista ha voluto rappresentare su quello che è un marciapiede a tutti gli effetti, la sua pista ciclabile, capolavoro dell’urbanistica), la zona Patalini (qui la pista ciclabile è una sopraelevazione, con al centro delle fioriere, utilizzata anche da automobilisti incivili che vogliono superare il traffico o parcheggiare, perché “ovviamente” non trovano posto più comodo per mettere il loro veicolo), e tante altre che ci dicono che hanno inizio e fine, ma non portano a nessuna parte, dato che sembrano messe lì solo per fare numero. Oltre alle piste ciclabili, non si può che far riferimento persino alle biciclette elettriche, che ormai vanno tanto di moda, sulle quali i controlli non sono mai abbastanza, proprio quelle bici che sfrecciano accanto a tutti noi proprio mentre stiamo per attraversare, o che li troviamo quasi sui nostri parabrezza, mentre stiamo per svoltare con l’auto e ne spunta qualcuno che percorre le strade in controsenso, o che troviamo a sfrecciare ad alta velocità nelle zone pedonali e a traffico limitato.

Ecco perché sarebbe fondamentale per una citta come la nostra portare alla discussione il PUMS, e non solo presentarlo e studiarlo come il solito argomento d’interesse pubblico che non è di certo mancato a questo giro di campagna elettorale per la corsa alle comunali, ma attuandolo, mettendo al centro i cittadini e la soddisfazione delle loro esigenze di mobilità, e garantendo a tutti diverse opzioni di trasporto, migliorando le condizioni di sicurezza (argomento che in questi giorni non è di certo mancato sulle testate nazionali per ciò che è anche accaduto a  Milano), riducendo l’inquinamento atmosferico e acustico, e perché no, magari riuscendo a dare un punto in più alla nostra Barletta anche in ambito turistico, per poter far fruire in modo diverso, green e innovativo le bellezze della nostra città grazie alla mobilità sostenibile.

 

Savio Rociola

 

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